Napoli si è svegliata ancora una volta con l’eco delle armi da fuoco. Erano da poco passate le nove e mezza di stamattina quando una sparatoria ha interrotto la quiete di via Miano, a pochi passi da Porta Miano, uno degli ingressi principali del Bosco di Capodimonte. In un orario in cui il parco cominciava ad affollarsi di famiglie, turisti e sportivi diretti verso i viali alberati della Reggia, un uomo di 33 anni è stato raggiunto da diversi colpi di pistola mentre era seduto alla guida della propria auto. Secondo le prime informazioni, i sicari lo avrebbero affiancato esplodendo più colpi al torace senza dargli il tempo di reagire. La scena, avvenuta in uno dei luoghi più frequentati della zona nord di Napoli, ha scatenato il panico tra i presenti, costretti ad assistere a un agguato in pieno giorno in un’area solitamente destinata al tempo libero.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, è stato soccorso dai sanitari del 118 dell’Asl Napoli 1 Centro, che lo hanno stabilizzato e trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli. Nonostante i tentativi dei medici, il 33enne è deceduto poco dopo il ricovero a causa delle gravissime ferite riportate. Sul posto sono arrivati rapidamente i carabinieri della Compagnia Vomero e i militari della Scientifica, che hanno transennato l’area per consentire i rilievi e avviare le prime indagini. Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti lungo la strada e ascoltando eventuali testimoni che possano aver visto l’auto dei killer o registrato particolari utili alle identificazioni. Gli investigatori non escludono che l’omicidio sia legato a dinamiche criminali interne alla camorra dell’area nord, forse connesse alla gestione di affari illeciti o a contrasti tra gruppi rivali. L’azione rapida e mirata, compiuta con freddezza e in un contesto altamente esposto, lascia pensare a un’esecuzione pianificata nei dettagli e destinata a mandare un messaggio chiaro all’interno degli ambienti criminali.
La scelta del luogo e dell’orario rende ancora più grave l’episodio, perché dimostra come la criminalità organizzata non tema più di agire sotto gli occhi dei cittadini, mettendo a rischio chiunque si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mentre prosegue l’attività investigativa, cresce la preoccupazione tra i residenti e tra coloro che frequentano quotidianamente il Bosco di Capodimonte, una delle aree verdi simbolo della città, sempre più spesso teatro di episodi di violenza nonostante la presenza costante di visitatori. Nella stessa notte, ai Quartieri Spagnoli, era stato segnalato un colpo di pistola esploso in strada e un bossolo calibro 9 trovato sull’asfalto, episodio che al momento non viene collegato all’omicidio di via Miano ma che contribuisce a definire un clima di tensione crescente. Il ritorno di agguati armati all’interno di aree centrali e frequentate mostra quanto sia fragile la pace apparente conquistata negli ultimi anni e quanto sia difficile garantire sicurezza in una città dove il confine tra vita quotidiana e criminalità può essere infranto in pochi secondi.
Le prossime ore saranno decisive per comprendere la matrice dell’agguato e ricostruire i movimenti della vittima nelle ore precedenti. Gli inquirenti stanno vagliando la sua rete di contatti, cercando elementi che possano spiegare perché sia stato colpito con una modalità così plateale. Intanto, resta l’amarezza per un’altra mattina di sangue in una città che alterna bellezza e violenza con una rapidità disarmante. Il Bosco di Capodimonte, meta di famiglie e turisti, si è trasformato per qualche ora in scena del crimine, ricordando che la criminalità non conosce tregua, nemmeno davanti ai luoghi simbolo della cultura e del tempo libero. In attesa che le indagini facciano chiarezza, resta una domanda che riecheggia tra i cittadini: quanto ancora bisognerà convivere con la paura di essere spettatori involontari di regolamenti di conti che non risparmiano nemmeno le domeniche di sole?
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