Foto tratta da GrandeNapoli.it |
Si racconta che il 10 agosto di oltre cento anni fa, in un palazzo al civico 148 di corso Secondigliano, si suicidò una giovane di 27 anni, di nome Milena, appena sposata. Il suo matrimonio con Cosimo era stato combinato, come spesso accadeva a quel tempo e Milena, suo malgrado, dovette accettare la volontà dei genitori.
Il banchetto nuziale si tenne nel cortile del palazzo, alla presenza di familiari e del vicinato. Al termine della cerimonia, i novelli sposi si ritirarono nel loro modesto appartamento, al terzo piano, per quel brindisi che preludeva all'estremo gesto della ragazza. Gesto che arrivò poco dopo, nella notte delle stelle cadenti, quando Milena, ancora con l’abito da sposa, si gettò nel vuoto. La 27enne, in realtà amava un altro uomo con il quale però non poté coronare il suo sogno d'amore. Ecco perché decise di farla finita.
La leggenda narra che in passato, ogni 10 agosto, compariva il fantasma della ragazza, che a passi frettolosi si aggirava sull'attico, per poi lanciarsi nel vuoto. Nel buio della notte il suo corpo precipita come un corpo leggero, illuminato dalla luna, e il suo candido vestito si impiglia nei ferri dei balconi, dopo essersi gonfiato nell'aria.
Un tonfo scuote il silenzio della notte, si odono grida strazianti, compare il volto sfigurato di Milena, come un anima in pena. La sposa infelice volteggia nell'aria, sempre illuminata dalla luna, poi si rialza per dirigersi verso il portone di legno del palazzo. Poi svanisce nel nulla.
Tratto dalla pagina Secondillyanum
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