Secondigliano torna a fare i conti con una nuova escalation di violenza. Oltre all’esplosione che ha scosso la notte del Quadrivio, un altro episodio ha segnato la giornata di ieri, lasciando sgomenti i residenti e riaccendendo l’allarme sulla sicurezza in città. Erano da poco passate le 13 quando un uomo è stato ferito a colpi d’arma da fuoco in pieno giorno, nel cuore del Perrone, tra i banchi del consueto mercatino rionale. La vittima dell’agguato è Davide Grimaldi, noto alle forze dell’ordine e soprannominato ‘o cromosoma, zio di Nicola Grimaldi detto “Nico”, esponente già noto per il suo legame con la cosiddetta Vanella Grassi, una delle organizzazioni più radicate nella mappa criminale dell’area nord di Napoli.
L’agguato si è consumato in un orario affollato, mentre numerose persone erano presenti tra i banchi del mercato, impegnate nelle consuete attività di acquisto e vendita. La dinamica è ancora in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti, ma secondo quanto emerso, Grimaldi sarebbe stato raggiunto da almeno tre colpi di pistola, uno dei quali lo ha colpito al gluteo destro. Ferito ma cosciente, l’uomo è riuscito a trovare riparo e a chiedere aiuto. Poco dopo è stato trasportato all’Ospedale del Mare, dove è stato medicato e sottoposto alle cure dei sanitari. Le sue condizioni, al momento, non destano particolare preoccupazione.
L’episodio, per modalità e contesto, appare strettamente collegato alle tensioni che da tempo interessano la zona. Da mesi si registrano segnali preoccupanti di una riorganizzazione in atto tra gruppi criminali che si contendono il controllo di aree strategiche del quartiere. Secondigliano, e in particolare la zona del Perrone, rappresenta un punto di interesse non secondario nella geografia dello spaccio e delle estorsioni, ed episodi come quello registrato ieri non fanno che confermare un clima sempre più teso, in cui ogni gesto può diventare detonatore di una nuova stagione di scontri.
L’agguato si aggiunge alla lunga scia di atti intimidatori e violenti che hanno coinvolto l’area nord di Napoli nelle ultime settimane. Solo poche ore prima, a meno di due chilometri di distanza, un ordigno rudimentale era stato fatto esplodere davanti allo storico panificio Picardi, in pieno Corso Secondigliano. Due episodi ravvicinati, apparentemente distinti, ma che contribuiscono a rafforzare la percezione di insicurezza tra i residenti, i commercianti e le famiglie che ogni giorno cercano di vivere e lavorare in un contesto che si rivela sempre più fragile.
Le forze dell’ordine, subito intervenute sul luogo dell’agguato, hanno isolato l’area per consentire i rilievi balistici e acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Le indagini sono affidate agli investigatori dell’Antimafia, che stanno valutando anche i possibili collegamenti con gli equilibri interni alla criminalità locale. In particolare, si cerca di capire se l’agguato a Grimaldi rappresenti una ritorsione, un avvertimento, o l’inizio di una nuova faida.
L’episodio ha provocato reazioni immediate anche dal mondo politico e istituzionale. A preoccupare non è solo il fatto che si sia sparato in pieno giorno, ma la totale indifferenza rispetto alla presenza di civili, famiglie e bambini che, a quell’ora, affollavano l’area del mercato. Sparare in un luogo pubblico, affollato, equivale a un’escalation simbolica, un messaggio diretto non solo a un singolo obiettivo, ma all’intera comunità. Un gesto che rivela la disinvoltura e la spregiudicatezza con cui certi gruppi si muovono, contando sull’assenza di un presidio costante del territorio.
Secondigliano si ritrova dunque, ancora una volta, a interrogarsi sul proprio futuro e sulla possibilità concreta di un ritorno a una fase di instabilità. La paura cresce tra i residenti, che temono di ritrovarsi coinvolti loro malgrado in episodi che ricordano anni bui, in cui la violenza dettava i ritmi della quotidianità. A farne le spese è soprattutto il tessuto sociale più fragile, quello che non ha voce e che si sente sempre più distante dalle istituzioni.
Alla luce di quanto accaduto, si intensificano le richieste di maggiore presenza dello Stato. Le promesse di rafforzamento del controllo sul territorio, annunciate dopo l’esplosione della scorsa notte, appaiono già insufficienti di fronte alla rapidità e alla gravità dei fatti successivi. Serve una strategia strutturata, che unisca la repressione immediata alla prevenzione sul lungo periodo, coinvolgendo anche scuole, centri sociali, associazioni e realtà del terzo settore. Non si può pensare di combattere la criminalità soltanto con le pattuglie, se non si restituiscono speranza, opportunità e spazi di vivibilità alla popolazione.
La giornata di ieri si è così chiusa con l’ennesimo campanello d’allarme. Due episodi gravi nel giro di poche ore, a conferma di una tensione che cresce e di una pace apparente sempre più fragile. I cittadini attendono ora risposte concrete, mentre la città osserva con attenzione quanto accade in questo quadrante a nord, che chiede sicurezza, presenza e ascolto prima che il silenzio torni a essere la sola risposta possibile.
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