Secondigliano torna a fare i conti con la pericolosità della sua rete stradale dopo un violento incidente avvenuto nella serata di ieri al cosiddetto Quadrivio, uno degli incroci più trafficati e delicati dell’intero quartiere. Si tratta del punto in cui si incontrano via Napoli Capodimonte, via Roma verso Scampia, via Comunale Limitone di Arzano e corso Secondigliano, un nodo viario che da anni solleva polemiche per l’assenza di soluzioni efficaci a disciplinare il traffico e a prevenire episodi come quello verificatosi nelle ultime ore.
Secondo le prime ricostruzioni, ancora frammentarie, un autobus ha centrato in pieno uno scooter che stava transitando nell’area. Il mezzo pesante ha impattato con violenza contro il motorino, travolgendo il ragazzo alla guida e trascinandolo per diversi metri sull’asfalto. Testimoni presenti sul posto hanno riferito di scene drammatiche e di un impatto apparso subito molto serio, anche se al momento non si conoscono le condizioni cliniche del giovane coinvolto. L’ambulanza è intervenuta rapidamente, ma le notizie sull’evoluzione sanitaria del ferito sono al momento riservate. Restano da chiarire anche le responsabilità e la dinamica precisa dell’incidente, che dovranno essere ricostruite dalle forze dell’ordine sulla base delle testimonianze e dei rilievi eseguiti in loco.
Il Quadrivio è noto per essere uno dei punti più critici sotto il profilo della viabilità non solo per l’intensità del traffico, ma anche per la complessità degli innesti stradali. Sebbene l’area sia regolata da semafori, il sistema semaforico presente non consente di governare realmente il flusso dei veicoli, specialmente per quanto riguarda le svolte a destra e a sinistra che non vengono disciplinate con apposite frecce semaforiche. Questo causa una continua sovrapposizione di traiettorie, con il risultato che automobili, autobus, scooter e mezzi pesanti si trovano spesso a incrociare le proprie rotte in condizioni di scarsa sicurezza, affidandosi più all’intuito e all’abitudine che a regole chiare di circolazione. In particolare, nei momenti di maggiore affollamento o nelle ore di punta, la confusione e il rischio aumentano notevolmente, come purtroppo dimostrato anche dall’ultimo incidente.
Da tempo i residenti dei rioni limitrofi e i commercianti che operano lungo le arterie interessate chiedono una revisione complessiva dell’assetto dell’incrocio. La proposta più ricorrente riguarda l’installazione di una rotonda che, secondo molti, rappresenterebbe una soluzione capace di ridurre la velocità dei mezzi in transito, disciplinare in maniera più naturale le precedenze e diminuire sensibilmente le probabilità di impatto. Una richiesta che tuttavia, fino a questo momento, non ha trovato riscontro nelle decisioni delle amministrazioni competenti, lasciando l’incrocio in una condizione di costante pericolo. Le segnalazioni e gli appelli si susseguono da anni, anche attraverso i social o canali informali, ma l’impressione diffusa è che occorra prima una nuova tragedia per vedere mosse concrete, come spesso accade in ambito urbano.
L’incidente di ieri ha inevitabilmente riacceso il dibattito e alimentato le preoccupazioni, con molti cittadini che hanno espresso rabbia e frustrazione per una situazione ritenuta ormai intollerabile. Non è raro, infatti, che proprio in quel punto si registrino frenate improvvise, manovre azzardate, tamponamenti e piccoli sinistri che solo raramente fanno notizia, ma che raccontano ogni giorno il rischio continuo cui sono esposti automobilisti, motociclisti e pedoni. Anche la presenza di mezzi pubblici di grandi dimensioni contribuisce ad accentuare le difficoltà, considerato che l’incrocio non offre ampi spazi di manovra né margini di errore.
Al momento non risultano comunicazioni ufficiali da parte degli enti locali né aggiornamenti sulle eventuali modifiche alla viabilità nella zona. L’episodio, tuttavia, ha riportato sotto i riflettori una criticità strutturale che, con il passare del tempo, si è trasformata in una delle principali emergenze urbanistiche del quartiere. In attesa di conoscere le condizioni del ragazzo coinvolto e gli esiti delle indagini, resta sullo sfondo la sensazione amara che quell’incrocio continui a essere un punto cieco della città, dove traffico, incertezza e mancanza di interventi concreti si sommano a un senso crescente di abbandono.
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