Secondigliano è stata scossa ancora una volta da un episodio di criminalità che porta con sé paura, rabbia e un forte senso di vulnerabilità. Secondo quanto riportato dal giornale online Internapoli, la notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, nei pressi di via Vicinale Cupa dell’Arco, una banda di ladri avrebbe tentato di introdursi in un appartamento. Il colpo non sarebbe andato a segno, ma i malviventi non si sarebbero arresi e poco dopo avrebbero preso di mira un’altra abitazione nelle vicinanze. In quest’ultimo caso, la famiglia sarebbe stata derubata di denaro, profumi, oro e perfino elettrodomestici per un valore complessivo che, secondo le prime stime, si aggirerebbe attorno ai ventimila euro.
Una delle residenti coinvolte ha raccontato di aver udito rumori sospetti nel cuore della notte, rendendosi conto che qualcuno stava cercando di forzare l’ingresso. I ladri, accortisi forse di essere stati scoperti, sarebbero fuggiti senza riuscire a portar via nulla, ma l’episodio ha lasciato un segno profondo. “A noi nulla… solo parolacce. Ma ci è mancato pochissimo… forse solo 20 secondi”, ha affermato la donna, ancora scossa per l’accaduto. Il marito, nel tentativo istintivo di proteggere la famiglia, si sarebbe ferito gravemente a una mano nel rompere un vetro per allontanare gli intrusi. “Questa volta mio marito si è squartato una mano, la prossima volta? Ho tre bambini di quasi quattro anni… e se si fossero svegliati?”, ha proseguito la residente, mettendo in luce la paura più grande: non la perdita materiale, ma il rischio per l’incolumità dei propri figli.
La mattina successiva, l’amara verità è stata nascosta ai più piccoli per proteggerli dallo shock. “Ho mentito ai miei bambini per tutelare la loro spensieratezza, non potevo dirgli che il loro papà per difenderci ha preso a cazzotti un vetro fino a romperlo”, ha raccontato la donna, testimoniando quanto sia difficile conciliare la volontà di apparire forti agli occhi dei figli con la fragilità di chi vive costantemente con il timore di non essere al sicuro nemmeno tra le mura domestiche.
Un ulteriore elemento che preoccupa i residenti riguarda le modalità utilizzate dai ladri. Secondo quanto riferito, gli infissi delle abitazioni non avrebbero riportato danni apparenti, il che fa pensare all’utilizzo di strumenti o tecniche capaci di eludere sistemi di chiusura senza lasciare segni evidenti di effrazione. Un dettaglio che alimenta il sospetto che si tratti di una banda organizzata e abituata a muoversi con precisione e rapidità.
L’episodio, purtroppo, non rappresenta un caso isolato. Negli ultimi mesi diverse zone del quartiere avrebbero riportato tentativi di furto o intrusioni notturne, generando un clima di crescente tensione tra i cittadini. Molti residenti chiedono maggiori controlli sul territorio, soprattutto nelle ore notturne, e auspicano un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine nelle strade più periferiche e meno illuminate.
Il punto più delicato resta tuttavia quello psicologico. Sapere che qualcuno può entrare in casa propria in piena notte, senza lasciare tracce e senza che nessuno se ne accorga in tempo, mina profondamente la percezione di sicurezza. Non si tratta soltanto di prevenire i furti, ma di restituire alle famiglie la tranquillità di addormentarsi senza temere che al risveglio nulla sia più come prima.
In una comunità dove spesso ci si affida alla solidarietà tra vicini, episodi come questo spingono molti a fare appello al senso civico collettivo: segnalare movimenti sospetti, non voltarsi dall’altra parte, e soprattutto non abituarsi all’idea che certi fatti debbano essere considerati “normali”. Perché se è vero che in questa occasione “è andata bene”, chi vive queste notti di paura sa che la vera domanda è un’altra: quanto tempo ancora prima che non sia più così?
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