La storia di oggi riguarda la zona di "Miezzo all'Arco", che oggi si chiama piazza Zanardelli e ha varie diramazioni. Collega infatti via Ciro Improta (abbascio 'a Cupa), i vicoli Censi e via Vittorio Emanuele.
Nei pressi, ci sono la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, uno storico negozio di abbigliamento della Secondigliano bene, un barbiere amante della storia del quartiere da cui ho tratto molto della mia conoscenza, che si chiama Giovanni. C'è anche la Biblioteca Comunale "Guido Dorso".
Ma ora ritorniamo alla storia. Un tempo, in quel posto c'era un Arco che segnalava una delle porte di accesso a questo paese, proveniente da via Limitone d'Arzano. Si narra che i cavalli afflitti da una malattia respiratoria venivano portati a correre su questa strada e lanciati al galoppo per farli attraversare l'arco. Appena superato quest'ultimo, i cavalli si ammansivano e guarivano.
Per queste guarigioni, un facoltoso proprietario terriero fece sorgere una cappella privata, una piccola Chiesa a devozione tutt'ora esistente.
Come avete sicuramente capito, Secondigliano ha tante storie belle ed onorevoli. Ha perfino il Santo: San Gaetano Errico, padre fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori. Ma questa è un'altra storia...
di Maria Teresa Ghirardi
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