La parte finale del 2025 potrebbe essere decisiva per la mobilità di Napoli e, soprattutto, per i quartieri della periferia nord come Secondigliano, Miano e Capodichino. Dopo anni di cantieri, promesse e rinvii, la città si avvicina a un traguardo storico: la chiusura dell’anello della Linea 1 della metropolitana, con il collegamento diretto tra l’aeroporto e il centro. Un progetto che non riguarda solo i trasporti, ma che cambierà radicalmente la vita dei cittadini, il valore delle case e il modo di percepire intere zone della Napoli Nord.
Il Comune, guidato dal sindaco Gaetano Manfredi, aveva messo tra le priorità del 2025 il completamento delle opere strategiche della rete del trasporto su ferro. L’assessore alle infrastrutture e mobilità Edoardo Cosenza ha indicato in modo chiaro il cronoprogramma: stazione Capodichino nel 2027, tre stazioni tra Secondigliano e Miano entro giugno 2026, la stazione Di Vittorio entro dicembre 2026. Inoltre, sarà esteso l’orario della Linea 6 e inaugurato il nuovo Tram del Mare, che collegherà Napoli Est a piazza Vittoria.
La partita è enorme. Chiusa la tratta Capodichino–Piscinola, Secondigliano diventerà finalmente un nodo metropolitano, e il quartiere che per decenni è stato isolato dal resto della città potrà cambiare volto. Non più autobus affollati, traffico infinito e collegamenti insufficienti, ma una stazione sotterranea moderna su Corso Secondigliano, con accesso diretto alla Linea 1 e con tempi certi di percorrenza.
Un traguardo simbolico e urbanistico al tempo stesso: con l’arrivo della metropolitana in aeroporto, Napoli diventerà una delle poche città al mondo con una linea metro collegata direttamente allo scalo internazionale. Una mossa che è stata anche decisiva per ottenere la Coppa America 2027, come confermato dal sindaco Manfredi. «L’attivazione della metro per l’aeroporto è stata decisiva per vincere», ha dichiarato.
Guardando alla timeline delle nuove stazioni, il presidente EAV Umberto De Gregorio ha scandito le date che molti residenti di Secondigliano, Miano e Regina Margherita aspettano da anni:
• entro giugno 2026: apertura delle stazioni Secondigliano, Regina Margherita e Miano, tutte sulla Linea 1
• entro dicembre 2026: apertura della stazione Di Vittorio
L’unica stazione ancora complessa per problematiche tecniche è Poggioreale, al momento esclusa dalle tempistiche.
Ciò che colpisce è il potenziale di trasformazione urbana: una metro a Capodichino significa che un turista potrà uscire dall’aeroporto e arrivare in centro in meno di 15 minuti. Ma soprattutto significa che un cittadino di Secondigliano potrà raggiungere piazza Municipio in tempi brevi, senza essere costretto a blocchi di traffico o al caos degli autobus.
Lo scenario non riguarda solo la Linea 1. Il Comune punta a rivoluzionare anche le abitudini dei napoletani con l’estensione dell’orario della Linea 6, la metro che collega il centro alla zona Flegrea, oggi operativa solo fino al primo pomeriggio. Cosenza conferma che entro fine anno il servizio sarà prolungato e che i nuovi treni, in costruzione nello stabilimento Hitachi a Pistoia, arriveranno ad agosto. Con più treni e più corse si potrà avvicinare l’obiettivo più ambizioso: una metropolitana attiva anche in fascia serale e notturna durante la settimana, non solo nel weekend. Una svolta che darebbe respiro ai quartieri decentrati, spingendo cittadini e turisti ad alloggiare fuori dal centro senza rinunciare alla mobilità.
Altro tassello del cambiamento è il Tram del Mare, che collegherà Napoli Est a piazza Vittoria, attraversando il nuovo fronte mare della città. Il primo convoglio arriverà entro dicembre, mentre i lavori proseguono sulle infrastrutture a San Giovanni a Teduccio. Infine, c’è la stazione Tribunale della Linea 1, al Centro Direzionale. Mancano gli ultimi ritocchi e l’apertura è prevista all’inizio del 2026. Un ulteriore tassello che potenzierebbe il ruolo del Centro Direzionale come cuore amministrativo della città.
Nel piano di Manfredi, la Napoli del futuro non è più una città centrata su una sola piazza, ma una metropoli policentrica, con tanti poli interconnessi. Proprio quello che serve a quartieri come Secondigliano: diventare parte integrante della città e smettere di essere periferia.
Per chi vive tra Secondigliano e Miano questa eventuale rivoluzione potrebbe avere conseguenze molto concrete: meno traffico, collegamenti veloci con l’università e con il lavoro, quartiere più appetibile per nuovi investimenti. Una metro che arriva in una zona non porta solo passeggeri, ma attività commerciali, riqualificazione urbana, domande di affitti e acquisti, crescita del valore immobiliare.
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