Una complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia Vomero e coordinata dalla VII Sezione “Sicurezza Urbana” della Procura di Napoli ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di quattro persone gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere dedita ai furti di autovetture e motocicli in diversi quartieri del capoluogo e in numerosi comuni della Campania. Le misure sono state disposte dal Tribunale di Napoli e riguardano soggetti che, come previsto dalla normativa, restano da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva, con facoltà di impugnazione del provvedimento.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo criminale aveva la propria base nel quartiere di Scampia e agiva con metodo e organizzazione tali da consentire un’attività continua e redditizia, stimata in circa 30mila euro al mese tra furti e rivendite. Il capo, identificato nel 24enne Pasquale Gimmelli, avrebbe avuto un ruolo centrale nella pianificazione dei colpi, nella gestione dei rapporti con i ricettatori e nella spartizione dei proventi. I complici, utilizzando auto a noleggio frequentemente sostituite per evitare tracciamenti, individuavano veicoli di particolare pregio economico – spesso SUV e automobili di lusso – su cui installavano dispositivi di localizzazione GPS o AirTag nascosti nei paraurti o negli specchietti retrovisori. Una volta monitorati gli spostamenti, attendevano il momento più favorevole per agire, preferendo parcheggi di centri commerciali o aree dove le auto sarebbero rimaste ferme a lungo. Tra i luoghi più colpiti risultano i parcheggi del Campania, del centro commerciale di Casoria, della Reggia Outlet di Marcianise, ma anche l’area di sosta dell’aeroporto di Capodichino e il parcheggio della palestra Virgin di Fuorigrotta.
Una volta messo a segno il furto, i ladri realizzavano un vero e proprio “book fotografico” del veicolo rubato, necessario per avviare la trattativa di vendita. Le indagini avrebbero consentito di documentare, tra le altre, la cessione di una Maserati per 6mila euro e di un Range Rover per 4mila euro, cifre nettamente inferiori al valore reale dei veicoli, segno di una filiera consolidata nel mercato illecito dei ricambi e della rivendita. Nel corso dell’attività investigativa sono stati raccolti elementi relativi a 22 episodi di furto commessi nei quartieri Vomero, Fuorigrotta, Posillipo e Soccavo di Napoli, ma anche nei comuni di Aversa, Marcianise, Giugliano in Campania, Casoria, Trecase, Pozzuoli, San Giuseppe Vesuviano e Santa Maria La Fossa. In uno dei casi sarebbe stata commessa anche una rapina nei confronti di un proprietario che si era accorto del furto in corso, intervenendo per fermare i ladri.
Il lavoro investigativo è stato possibile grazie a un articolato incrocio di dati, con l’analisi dei dispositivi cellulari in uso agli indagati e delle immagini di sistemi di videosorveglianza privati e pubblici, ma anche attraverso rilievi tecnico-scientifici. Decisivo si è rivelato il contributo della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli e del R.I.S. di Roma, che hanno isolato e confrontato tracce biologiche lasciate sui veicoli recuperati. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati arnesi da scasso, strumenti elettronici in grado di clonare o rigenerare chiavi digitali e vari stemmi appartenenti a note case automobilistiche, verosimilmente destinati alla sostituzione su veicoli alterati per la rivendita.
Il provvedimento cautelare rappresenta un passo significativo nel contrasto a un fenomeno particolarmente avvertito dai cittadini, soprattutto nelle aree urbane e nei comuni ad alta frequentazione commerciale o aeroportuale, dove la sosta prolungata rende le vetture più esposte ai raid. Gli investigatori ritengono che la struttura individuata avesse raggiunto un livello di specializzazione tale da garantire una costante capacità operativa, con ruoli ben definiti tra promotori, esecutori e basisti. L’indagine, ancora in corso, potrebbe far luce su ulteriori episodi e collegamenti con altre realtà criminali attive nel settore dei furti d’auto a livello regionale.
Resta alta l’attenzione delle forze dell’ordine, che invitano i cittadini a segnalare movimenti sospetti in aree di sosta e a tutelarsi con sistemi di sicurezza aggiuntivi. Anche un semplice gesto, come verificare la presenza di eventuali dispositivi esterni sospetti nei retrovisori o nei paraurti, può contribuire a prevenire un furto preparato con anticipo. In attesa degli sviluppi processuali e del vaglio dell’autorità giudiziaria, l’operazione conferma l’efficacia di un’azione investigativa che combina controllo del territorio, tecnologia e analisi scientifica per contrastare reati che, pur senza clamore mediatico, incidono profondamente sulla sicurezza percepita e sulla vita quotidiana dei cittadini.
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