La vicenda che ha scosso Secondigliano nelle ultime ore è una di quelle che lasciano il quartiere attonito e che riportano prepotentemente al centro dell’attenzione il tema della sicurezza nelle zone popolari. Una donna di 42 anni, di origini ucraine, è stata brutalmente aggredita da un gruppo di uomini con il volto coperto mentre stava rientrando nella sua abitazione. È accaduto intorno alle 22:30 di mercoledì sera, quando la vittima era sul pianerottolo davanti alla porta del suo appartamento. Il gruppo l’ha travolta con calci, pugni e colpi di arma da taglio, provocandole numerose ferite su braccia, addome e dorso. Un’aggressione improvvisa, violenta e priva di qualsiasi preavviso, che ha trasformato un normale rientro a casa in un incubo durato diversi minuti. Secondigliano, già alle prese con il fenomeno delle occupazioni abusive e con episodi di tensione negli stabili popolari, si trova ora davanti a un caso che sta catalizzando l’attenzione dell’intero quartiere e non solo, per la gravità delle modalità con cui è stato compiuto.
Secondo il racconto fornito dalla vittima agli investigatori, i suoi aggressori l’hanno colpita ripetutamente prima di costringerla, sotto minaccia, ad aprire la porta di casa. Una volta all’interno, l’hanno denudata e costretta a ingerire una sostanza liquida non ancora identificata. La dinamica descritta resta oggetto di serrate verifiche, ma ciò che emerge fin da subito è la spietatezza del gruppo, che ha agito come se avesse un obiettivo preciso, lasciando la donna ferita, terrorizzata e confusa sul pavimento del proprio appartamento. La donna, nonostante il trauma, ha trovato la forza di urlare. Quelle grida hanno spinto gli aggressori ad abbandonare la scena e a dileguarsi nel buio dei corridoi, lasciandola dolorante ma ancora cosciente, riuscendo poi a chiamare il 118. Il personale sanitario arrivato poco dopo ha constatato numerosi tagli, contusioni e lesioni compatibili con un’aggressione brutale, decidendo di trasferirla immediatamente all’ospedale Cardarelli per ulteriori accertamenti.
Mentre i medici procedevano alle valutazioni cliniche, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli si sono concentrati immediatamente sul contesto dell’aggressione. Tra le piste prese in considerazione c’è anche quella legata alle tensioni per le occupazioni abusive degli alloggi popolari, un fenomeno che negli ultimi tempi è tornato con forza in alcune zone di Secondigliano, come già denunciato in più occasioni dai residenti. Nonostante ciò, gli investigatori mantengono aperte tutte le ipotesi, perché nulla, al momento, permette di escludere altre motivazioni. Le prossime ore saranno decisive per comprendere se il gruppo avesse preso di mira proprio quella casa, se conoscesse la donna, oppure se si tratti di un episodio legato a dinamiche più ampie collegate al controllo degli alloggi. Ogni elemento sarà verificato con attenzione, anche perché episodi di questa gravità non sono frequenti e richiedono una ricostruzione minuziosa.
La polizia, consapevole della delicatezza della situazione, ha presidiato l’appartamento della vittima anche durante il suo ricovero, per impedire tentativi di occupazione dell’alloggio, un comportamento purtroppo non raro nelle palazzine popolari quando un’abitazione resta temporaneamente vuota. È stata un’attività discreta ma costante, necessaria a garantire che la situazione non degenerasse ulteriormente. Nel frattempo, all’interno dell’ospedale, la donna ha ricevuto assistenza medica e psicologica, compresa l’attivazione di un percorso dedicato alle vittime di violenza, mentre venivano avviati gli esami per identificare la sostanza che è stata costretta a ingerire. La 42enne ha poi deciso di non prolungare il ricovero, una scelta che è stata tuttavia accompagnata da indicazioni mediche e protocolli di tutela.
Il lavoro degli investigatori si concentra ora su diversi fronti: i rilievi effettuati nell’abitazione, la ricerca di eventuali tracce lasciate dal gruppo, le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi dello stabile e le dichiarazioni della vittima. L’obiettivo è comprendere se si tratti di un’aggressione mirata o di un’azione riconducibile a dinamiche criminali che interessano alcune zone di Secondigliano. L’episodio, reso noto anche da alcune testate locali, sta divenendo uno dei casi più discussi degli ultimi giorni nel quartiere, sia per la violenza con cui è stato portato a termine, sia per i possibili risvolti legati alla sicurezza nelle aree popolari.
Secondigliano, che negli ultimi anni ha visto alternarsi momenti di tensione e periodi più tranquilli, si ritrova ora a fare i conti con un fatto che riaccende il dibattito sulla tutela dei residenti, sulla gestione degli alloggi e sulla presenza di gruppi che agiscono indisturbati nei corridoi degli edifici popolari. La comunità attende risposte, mentre gli investigatori proseguono in un lavoro complesso che richiede analisi accurate, testimonianze, verifiche incrociate e la ricostruzione dei movimenti del gruppo prima e dopo l’aggressione. La speranza è che nelle prossime ore emergano elementi utili per identificare i responsabili e chiarire il movente di un raid che ha sconvolto una donna e scosso profondamente Secondigliano.
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