Dopo anni di attesa, tra passaggi amministrativi complessi e fondi rimasti a lungo inutilizzati, prende finalmente forma un progetto che promette di restituire dignità e futuro a una delle aree simboliche di Secondigliano. La rigenerazione del Quadrivio, più volte annunciata e rimandata, entra ufficialmente nella sua fase operativa. Un risultato reso possibile grazie allo svincolo di risorse economiche stanziate in passato per un intervento poi accantonato e successivamente reimpostate nel bilancio comunale, in modo da permettere l’avvio concreto delle opere di bonifica e di riqualificazione dell’area. Lo ha annunciato il consigliere comunale Pasquale Esposito.
Il nuovo progetto rappresenta molto più di un semplice intervento urbanistico: si inserisce in una visione complessiva di rigenerazione territoriale che mira a ricucire un tessuto urbano e sociale che negli anni ha sofferto l’abbandono, la mancanza di spazi di aggregazione e la perdita progressiva di identità collettiva. L’obiettivo è restituire al Quadrivio di Secondigliano il ruolo di nodo centrale nella vita del quartiere, restituendogli quella funzione di cerniera tra le diverse zone e comunità che storicamente lo hanno caratterizzato.
Il percorso che si apre sarà accompagnato da una serie di iniziative volte a coinvolgere direttamente le cittadine e i cittadini. La partecipazione sarà infatti un elemento centrale di questa nuova fase. La rigenerazione urbana non viene più concepita come un processo calato dall’alto, ma come un cammino condiviso, costruito insieme alla comunità, che attraverso laboratori, incontri e momenti di confronto potrà contribuire alla definizione degli interventi e alla costruzione di una memoria collettiva capace di valorizzare il passato, leggere il presente e immaginare nuovi scenari per il futuro del territorio.
Il primo appuntamento pubblico è fissato per giovedì 9 ottobre 2025 alle ore 16.00 presso il Centro Sandro Pertini, in Piazza Luigi Di Nocera. La scelta del luogo non è casuale: il Centro, recentemente restituito alla cittadinanza dopo un lungo periodo di inattività, rappresenta il simbolo concreto della possibilità di rinascita e di riappropriazione degli spazi comuni. L’incontro servirà a presentare metodi, obiettivi e fasi del progetto, ma anche e soprattutto a instaurare un dialogo diretto con le realtà locali, le associazioni, i comitati e i singoli cittadini che vivono quotidianamente il quartiere e ne conoscono le criticità, i bisogni e le potenzialità.
All’incontro prenderanno parte figure istituzionali e rappresentanti della comunità: Sandro Russo, presidente del Comitato familiari vittime del Quadrivio, Antonio Troiano, presidente della VII Municipalità, Pasquale Esposito, consigliere comunale, e Laura Lieto, vicesindaco del Comune di Napoli, che negli ultimi anni ha promosso diversi interventi nell’ambito della pianificazione urbana e delle politiche di prossimità. La loro presenza testimonia la volontà dell’amministrazione di garantire un rapporto diretto con il territorio, evitando che il progetto resti confinato alla sola dimensione tecnica.
La rigenerazione del Quadrivio di Secondigliano si pone quindi come una sfida che unisce recupero urbano, sostenibilità e partecipazione civica. L’area, da tempo segnata da criticità ambientali e infrastrutturali, sarà oggetto di una trasformazione che punta non solo a migliorare la qualità degli spazi, ma anche a favorire nuove forme di socialità e di vita di quartiere. L’attenzione sarà rivolta alla creazione di spazi verdi, percorsi pedonali e punti di incontro capaci di favorire relazioni, cultura e condivisione, in un’ottica di rinascita complessiva del territorio.
L’iniziativa rientra in una più ampia strategia di riqualificazione promossa dal Comune di Napoli, che negli ultimi anni ha avviato diversi interventi nelle periferie nord per superare la storica disuguaglianza tra centro e quartieri popolari. In questo quadro, il Quadrivio di Secondigliano rappresenta un luogo emblematico, un punto di passaggio che nei decenni ha visto convivere vitalità popolare e profonde ferite sociali. Recuperarlo significa dunque non solo intervenire su uno spazio fisico, ma anche restituire memoria, riconoscimento e senso di appartenenza.
La partecipazione attiva dei cittadini sarà determinante per dare al progetto un’anima autentica e condivisa. Il percorso di ascolto e co-progettazione servirà a raccogliere idee, suggerimenti e testimonianze, in modo da costruire un piano che rispecchi realmente le esigenze della comunità. La rigenerazione, in questo senso, diventa occasione per ripensare il modo stesso di vivere il quartiere, mettendo al centro la collaborazione e la cura dei luoghi comuni.
Con l’avvio ufficiale della rigenerazione del Quadrivio, Secondigliano si prepara dunque a voltare pagina. Dopo anni di immobilismo, l’apertura di un processo partecipato e trasparente offre una prospettiva concreta di cambiamento. Se il percorso saprà mantenere fede alle premesse, l’intervento potrà segnare un punto di svolta nella storia recente del quartiere, contribuendo a trasformare un luogo simbolo di criticità in un esempio di rinascita collettiva.
La sfida è appena iniziata, ma il segnale è chiaro: Secondigliano vuole essere protagonista del proprio futuro, partendo proprio da quel Quadrivio che, per generazioni, ha rappresentato l’ingresso, l’incrocio e il cuore pulsante di una comunità che non ha mai smesso di credere nella possibilità di riscatto.
Oggi, guardando al Quadrivio, è impossibile non ripensare al ruolo che questa zona ha avuto nella storia del quartiere. Il nome stesso, “Quadrivio”, richiama l’antico crocevia tra le principali vie di collegamento che univano il centro di Napoli alle campagne settentrionali. In passato, quando Secondigliano era ancora un borgo rurale, il Quadrivio rappresentava un punto di incontro tra contadini, commercianti e viandanti diretti verso Arzano, Casavatore, Miano e Capodichino. Da lì passavano merci, carretti e persone, in un continuo intrecciarsi di relazioni che alimentavano la vita economica e sociale della zona.
Con l’espansione urbana degli anni Sessanta e Settanta, quel crocevia divenne un nodo strategico per la viabilità cittadina, ma anche uno spazio dove si concentravano attività commerciali, botteghe e piccole imprese familiari. Tuttavia, con il tempo, la mancanza di pianificazione e il progressivo spopolamento del centro storico di Secondigliano trasformarono il Quadrivio in un’area congestionata, segnata dal traffico, dal degrado e da un progressivo abbandono. Le ferite più profonde arrivarono con gli eventi tragici che hanno segnato la memoria collettiva della comunità, a partire dalle vittime innocenti cadute proprio in quel luogo, a cui oggi si intende restituire non solo decoro ma anche significato.
La rigenerazione del Quadrivio si inserisce quindi in un percorso più ampio di riscatto che riguarda l’intera periferia nord di Napoli. Le parole chiave sono memoria, partecipazione e futuro. Restituire vitalità a un crocevia che per secoli ha rappresentato il simbolo del passaggio e dell’incontro significa anche ridare voce a un’intera comunità. La storia di Secondigliano è fatta di resilienza e capacità di reinventarsi, e il Quadrivio, nella sua nuova veste, potrà tornare a essere luogo di passaggio, ma anche di permanenza, socialità e appartenenza.
Nel disegno complessivo del progetto, la valorizzazione della memoria storica sarà un elemento fondamentale. Le testimonianze degli abitanti, i ricordi delle famiglie, le fotografie d’epoca e i racconti delle generazioni che hanno vissuto quel luogo contribuiranno a costruire una narrazione condivisa, capace di unire passato e futuro. Il Quadrivio potrà così tornare a essere non solo un nodo di traffico, ma un simbolo di rinascita urbana e di coesione sociale, dimostrando che anche nei quartieri più complessi il cambiamento è possibile quando nasce dal basso e si alimenta del senso di comunità.
La rigenerazione del Quadrivio di Secondigliano, dunque, non è soltanto un progetto di lavori pubblici, ma un percorso culturale e civile. È l’occasione per ripensare la relazione tra spazio e identità, tra memoria e innovazione. È un invito a riscoprire un luogo che per troppo tempo è stato dimenticato, ma che oggi, grazie all’impegno congiunto di istituzioni e cittadini, torna al centro della vita del quartiere come simbolo di speranza e di partecipazione.
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