Nel pomeriggio di lunedì, la Polizia di Stato ha arrestato un giovane di 22 anni, napoletano e già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. L’operazione, condotta dai Falchi della Squadra Mobile, si è conclusa a Scampia, nel rione Monterosa, precisamente in via Cupa Cardone, dove il ragazzo era giunto per riscuotere il denaro della vittima di un “cavallo di ritorno”.
L’indagine è partita da una denuncia presentata presso la Questura di Napoli da parte di un uomo di Afragola, che aveva subito il furto della propria auto pochi giorni prima. Il malcapitato ha raccontato di aver ricevuto diverse telefonate minacciose da un individuo che gli chiedeva 1.200 euro in cambio della restituzione del veicolo rubato. Il modus operandi era quello ormai noto nella criminalità locale come “cavallo di ritorno”: il ladro o un complice contatta la vittima dopo il furto, offrendo la possibilità di riavere l’auto in cambio di una somma di denaro. Un’estorsione a tutti gli effetti, che in alcune zone della città rappresenta ancora oggi un fenomeno purtroppo diffuso e difficile da debellare.
Mentre l’uomo si trovava in Questura per sporgere denuncia, il telefono ha continuato a squillare. Dall’altra parte, lo stesso estorsore insisteva con tono sempre più minaccioso, fissando un appuntamento in via Cupa Cardone, nel Rione Monterosa di Scampia, dove la vittima avrebbe dovuto lasciare una busta con dentro il denaro richiesto. A quel punto, i Falchi della Squadra Mobile hanno deciso di organizzare un servizio di appostamento. Gli agenti si sono nascosti nei pressi del punto concordato, monitorando attentamente l’area e coordinandosi via radio per evitare che il sospettato potesse fuggire.
Pochi minuti dopo, un giovane a bordo di uno scooter si è avvicinato al luogo dell’appuntamento, guardandosi attorno con fare sospetto. Ha rallentato, poi ha raccolto la busta lasciata sul ciglio della strada. In quell’istante, i poliziotti sono intervenuti in modo fulmineo, bloccandolo dopo un breve inseguimento. Il ragazzo, che ha tentato una disperata fuga per le stradine secondarie del quartiere, è stato fermato e ammanettato poco distante dal luogo della consegna. Portato in Questura, è stato identificato come un 22enne con precedenti penali, già noto per reati contro il patrimonio.
Oltre alle accuse di estorsione e resistenza a pubblico ufficiale, nei suoi confronti sono scattate anche tre sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada: guida senza patente, mancata copertura assicurativa e revisione scaduta. Lo scooter, privo di targa e di documenti, è stato sequestrato. L’automobile della vittima, nel frattempo, è stata ritrovata grazie alle successive indagini e restituita al legittimo proprietario, che ha potuto tirare un sospiro di sollievo dopo giorni di angoscia e minacce.
L’arresto del 22enne rappresenta un nuovo importante colpo contro il fenomeno dei “cavalli di ritorno”, una pratica criminale che continua a mietere vittime soprattutto nei quartieri dell’area nord di Napoli, tra Secondigliano, Scampia, Chiaiano e Miano, dove le bande locali sfruttano la paura dei cittadini per ottenere denaro facile. Negli ultimi mesi, la Polizia di Stato ha intensificato i controlli e le attività investigative contro questo tipo di estorsioni, spesso legate alla microcriminalità organizzata e ai furti d’auto in serie. Proprio nei quartieri periferici della città, dove la disoccupazione e l’emarginazione restano forti, questi reati si ripetono con frequenza preoccupante.
L’operazione di lunedì ha dimostrato l’efficacia della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. La denuncia immediata della vittima, infatti, ha permesso di organizzare un blitz rapido e di cogliere in flagranza di reato il responsabile. “Ogni volta che qualcuno denuncia – commentano fonti della Polizia – ci sono maggiori possibilità di individuare i responsabili. Le vittime non devono mai cedere al ricatto o pagare per riavere ciò che è loro. Solo così possiamo contrastare questo fenomeno radicato”. La vicenda riporta l’attenzione su un problema che a Napoli non è mai del tutto scomparso: quello del “pizzo del ritorno”, una forma di estorsione subdola, che colpisce chi già ha subito un furto e che alimenta un giro d’affari illecito difficile da quantificare.
Mentre proseguono le indagini per capire se il giovane fosse parte di una rete più ampia, gli agenti della Squadra Mobile stanno incrociando i dati con altri episodi simili avvenuti tra Afragola, Arzano e Melito nelle ultime settimane. L’arresto a Scampia dimostra ancora una volta che la lotta alla microcriminalità richiede presenza costante sul territorio, tempestività negli interventi e soprattutto fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Solo così, forse, si potrà spezzare quel circolo vizioso di paura, silenzio e sopraffazione che da troppo tempo caratterizza la periferia nord di Napoli.

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