L’incidente mortale avvenuto ieri, lunedì 29 settembre, in via Miano, ha riportato ancora una volta l’attenzione sulle condizioni di sicurezza di una delle arterie più trafficate e pericolose dell’area nord di Napoli, percorso obbligato per chi ogni giorno si sposta tra Capodimonte, Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno. Erano da poco passate le ore centrali della mattinata quando una Fiat Panda, guidata da un uomo di 67 anni, ha improvvisamente perso il controllo all’altezza dell’incrocio con via Nuova San Rocco, invadendo la corsia opposta e travolgendo tre auto parcheggiate e due motocicli che sopraggiungevano dal senso contrario. L’impatto è stato devastante e non ha lasciato scampo al sessantaduenne Francesco Ciccarelli, in sella a uno scooter Kymco. L’uomo è stato soccorso e trasferito d’urgenza in codice rosso al Cto, ma le sue condizioni sono apparse subito gravissime e il decesso è sopraggiunto poco dopo. Grave anche l’altro centauro coinvolto, ricoverato al Cardarelli in prognosi riservata.
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Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale di Napoli al comando del generale Ciro Esposito, con il coordinamento operativo del sottotenente Vincenzo Cirillo e della centrale diretta dal capitano Lucio Sarnacchiaro. Gli agenti hanno effettuato i rilievi, ascoltato le testimonianze dei presenti e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e accertare le cause dell’improvvisa sbandata dell’auto. Come previsto dai protocolli, il conducente della Fiat Panda è stato sottoposto ai test per verificare l’eventuale presenza di alcol o sostanze stupefacenti. La strada è rimasta parzialmente chiusa al traffico per consentire le operazioni di soccorso, provocando rallentamenti in una fascia oraria già caratterizzata da un forte flusso veicolare.
La tragedia è avvenuta a poche centinaia di metri da Porta Miano, uno degli ingressi del Bosco di Capodimonte, dove appena ventiquattr’ore prima era stato ucciso a colpi d’arma da fuoco il trentatreenne Umberto Russo. Una drammatica coincidenza che ha scosso residenti e lavoratori della zona, costretti ad assistere nel giro di due giorni a due eventi luttuosi di natura diversa ma accomunati da un clima di crescente insicurezza. Via Miano è da tempo considerata una strada ad alto rischio, percorsa quotidianamente da auto, autobus, moto e mezzi pesanti in transito. Il manto stradale usurato in alcuni tratti, la scarsa visibilità in prossimità delle curve, l’assenza di barriere protettive e la mancanza di attraversamenti pedonali adeguati rendono particolarmente esposto chi viaggia su due ruote. Se di notte spesso si registrano corse ad alta velocità, l’incidente di lunedì è avvenuto in pieno giorno e in un’ora in cui il traffico dovrebbe scoraggiare condotte pericolose, segno di un’abitudine consolidata a superare i limiti consentiti e sottovalutare i rischi.
I residenti della zona chiedono da anni interventi strutturali per mettere in sicurezza l’arteria, con l’installazione di dossi rallentatori, autovelox fissi, segnaletica più visibile e controlli più frequenti da parte delle forze dell’ordine. L’episodio ha riacceso la discussione sulla necessità di un piano organico per ridurre drasticamente il numero di sinistri in un tratto di strada ormai noto per la sua pericolosità. Chi percorre ogni giorno via Miano racconta di manovre azzardate, sorpassi a destra, invasioni di corsia e frenate improvvise che mettono a rischio non solo i motociclisti, ma anche pedoni e automobilisti. Una situazione che va oltre la semplice cronaca e che impone una risposta concreta da parte delle istituzioni.
La morte di Francesco Ciccarelli non può essere liquidata come l’ennesima fatalità. Ogni vittima della strada porta con sé non solo un dolore privato ma anche un segnale pubblico, un richiamo a intervenire prima che altre croci vengano aggiunte lungo il guardrail. Via Miano non può continuare a essere definita una strada killer soltanto dopo ogni tragedia, per poi tornare nell’ombra fino al prossimo incidente. La sicurezza non può essere affidata alla speranza che vada tutto bene. Servono controlli, manutenzione e responsabilità collettiva, perché ogni volta che qualcuno esce di casa in sella a uno scooter o al volante di un’auto dovrebbe poter contare almeno sulla certezza di poter tornare indietro.
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