I nuovi dati fiscali confermano ancora una volta la fotografia di una Napoli profondamente divisa tra quartieri ricchi e quartieri poveri. Se Chiaia, Posillipo e il Vomero continuano a primeggiare con redditi medi pro capite che superano i 40mila euro, la zona nord della città, che comprende Secondigliano, Scampia, Miano, San Pietro a Patierno, Piscinola e Chiaiano, resta fanalino di coda con dichiarazioni che a malapena raggiungono i 17mila euro a persona. È un dato che evidenzia un divario enorme, con oltre 30mila euro di differenza tra i quartieri della Napoli bene e quelli delle periferie.
Secondigliano è ancora una volta tra i quartieri che registrano i redditi dichiarati più bassi. Le famiglie di questa parte della città vivono una condizione di difficoltà che si riflette nei dati fiscali, dove il reddito medio non supera i 17mila euro. Il divario con Chiaia o Posillipo è evidente: qui le dichiarazioni sfiorano e superano i 40mila euro annui. A Secondigliano, invece, la realtà quotidiana è fatta di lavori precari, disoccupazione giovanile e opportunità ridotte al minimo. Questo quadro si inserisce in una dinamica storica che vede il quartiere collocato ai margini delle politiche di sviluppo cittadine, con ricadute dirette sulla vita delle famiglie.
A Scampia la situazione è analoga. Il quartiere, che negli ultimi anni ha visto interventi di riqualificazione urbanistica e sociale, non riesce ancora a vedere i risultati sul piano economico. Le dichiarazioni dei redditi confermano che la media resta intorno ai 17.500 euro, tra le più basse di tutta Napoli. Nonostante le tante iniziative nate dal basso e i progetti culturali e sportivi che cercano di ridare dignità al territorio, il dato fiscale riflette una realtà fatta di difficoltà strutturali. Scampia continua a portare il peso di una reputazione legata al passato e il suo percorso di riscatto deve ancora tradursi in un miglioramento tangibile delle condizioni economiche delle famiglie.
Miano non è da meno. Anche in questo quartiere della zona nord le dichiarazioni fiscali non superano i 17mila euro. I residenti di Miano affrontano problemi simili a quelli di Secondigliano e Scampia: carenza di lavoro, poche possibilità di crescita e un senso di distanza dal resto della città. L’assenza di investimenti significativi in termini di sviluppo e la mancanza di attrattività economica pesano su un territorio che resta fuori dai grandi circuiti della Napoli turistica e commerciale.
San Pietro a Patierno, pur avendo una storia e una configurazione diversa dagli altri quartieri della zona, si colloca anch’esso nella fascia più bassa. Qui le famiglie dichiarano mediamente poco più di 17mila euro pro capite, confermando che tutta l’area nord della città è accomunata dalle stesse criticità economiche. È una fotografia che non lascia spazio a interpretazioni: Secondigliano, Scampia, Miano e San Pietro a Patierno restano quartieri poveri di reddito in una città che vede invece altre zone arricchirsi.
Piscinola e Chiaiano chiudono questo quadro della Napoli più fragile. Anche in questi quartieri i redditi dichiarati non superano i 17-18mila euro. Si tratta di zone con una forte densità abitativa, spesso penalizzate da collegamenti inadeguati e dalla mancanza di poli produttivi o commerciali in grado di generare ricchezza. I dati fiscali lo confermano: la distanza con i quartieri della Napoli alta, come Vomero e Posillipo, è enorme e continua a crescere.
Il confronto con i quartieri più ricchi rende il divario ancora più evidente. Chiaia e San Ferdinando registrano redditi medi superiori ai 46mila euro, mentre le aree della collina del Vomero superano tranquillamente i 30mila euro. Nel centro storico, pur non toccando i livelli della Napoli bene, i redditi restano nella fascia media, comunque sopra i 20mila euro. La zona nord, invece, resta bloccata sotto questa soglia. È un dato che testimonia una Napoli a due velocità, dove le differenze non sono solo economiche, ma si traducono in disparità di accesso ai servizi, all’istruzione e alla qualità della vita.
Il divario tra Chiaia e Secondigliano non è soltanto un dato statistico: è una realtà quotidiana che si percepisce camminando nelle strade dei quartieri. Da un lato, zone dove si concentrano negozi di lusso, uffici professionali e attività turistiche in grado di generare reddito elevato; dall’altro, aree in cui la precarietà del lavoro e la mancanza di prospettive economiche segnano la vita delle famiglie. Questa distanza alimenta un senso di ingiustizia che da anni accompagna la narrazione dei quartieri del nord.
Se non ci saranno politiche mirate, Secondigliano, Scampia, Miano, Piscinola e San Pietro a Patierno rischiano di restare intrappolati in una spirale di marginalità. Servono investimenti concreti per creare posti di lavoro, rafforzare l’istruzione e attrarre nuove opportunità economiche. Altrimenti il divario con i quartieri ricchi di Napoli continuerà ad aumentare, lasciando intatte le fratture che da troppo tempo segnano la città.
Napoli si conferma dunque una città spaccata in due: da una parte i quartieri della ricchezza, dall’altra i quartieri della sopravvivenza. Secondigliano, Scampia, Miano e gli altri della zona nord restano oggi il simbolo di una Napoli che chiede riscatto, ma che continua a vivere con redditi bassi e poche possibilità di crescita. Il futuro della città passa anche da qui: ridurre queste distanze non è più solo una questione economica, ma una sfida sociale e politica che riguarda tutti.
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