Il Consiglio di Stato ha stabilito che l’MD di Arzano non chiuderà, confermando il decreto monocratico che aveva già sospeso la sentenza del Tar Campania e dando così un enorme sospiro di sollievo ai titolari e agli oltre quaranta dipendenti del megastore situato sulla provinciale. La decisione è stata accolta con grande soddisfazione da Giuseppe Petrazzuolo e dal padre Vincenzo, che da anni gestiscono il punto vendita e che nelle scorse settimane avevano espresso tutta la loro preoccupazione per le sorti dell’attività e per le famiglie dei lavoratori coinvolti. La questione è complessa e i giudici hanno sottolineato la necessità di un approfondimento, legato soprattutto alla destinazione urbanistica dell’immobile che, pur essendo utilizzato a fini commerciali, resta classificato come area industriale. Proprio per questo motivo il Comune di Arzano sta lavorando al nuovo Piano Urbanistico Comunale che potrebbe risolvere la vicenda in maniera definitiva, sanando la posizione della struttura e scongiurando il rischio di chiusura.
Un passaggio decisivo è stato rappresentato dall’intervento della Prefettura e dalla volontà comune di salvaguardare i livelli occupazionali, evitando che quaranta famiglie del territorio potessero ritrovarsi improvvisamente senza reddito. La Quarta Sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Vincenzo Lopilato con estensore Rosario Carrano, ha tenuto conto proprio del nuovo scenario urbanistico in corso di approvazione, oltre che della necessità di evitare ricadute sociali negative in un’area già segnata da difficoltà economiche e occupazionali. La scelta dei giudici rappresenta quindi una sospensione prudente, che di fatto consente al supermercato di continuare a lavorare mentre si definisce il quadro urbanistico definitivo.
La vicenda dell’MD di Arzano non nasce oggi. Già nel giugno del 2021 era stata presentata una SCIA per lavori di ristrutturazione, nella quale si dichiarava che l’immobile avesse destinazione commerciale, sebbene fosse ancora classificato come industriale. Nel settembre 2022, la società aveva presentato la segnalazione certificata di agibilità e un’integrazione successiva, ottenendo poi dal Comune di Arzano l’autorizzazione per l’esercizio della media struttura di vendita. Pochi giorni dopo, però, emersero delle irregolarità che portarono all’annullamento in autotutela degli atti autorizzativi. Da lì iniziò una lunga battaglia giudiziaria, culminata con la chiusura temporanea del punto vendita tra il 6 e il 7 agosto di quest’anno. In quei giorni i titolari arrivarono persino a incatenarsi davanti al Comune, mentre i dipendenti inscenarono sit-in per difendere i loro posti di lavoro.
La tensione si è parzialmente allentata l’8 agosto, quando il Consiglio di Stato ha emesso un primo decreto favorevole, permettendo la riapertura immediata del supermercato. Successivamente, con l’udienza del 26 agosto, la Quarta Sezione ha confermato la sospensione della chiusura, prendendo atto dell’intervenuta adozione del nuovo PUC che prevede una destinazione commerciale per l’area di via Atellana e valorizzando la volontà delle parti di garantire la tutela occupazionale. Per i lavoratori, molti dei quali hanno spiegato di vedere in quell’impiego una certezza economica fondamentale per il futuro delle proprie famiglie, la decisione rappresenta una vera e propria liberazione.
A commentare positivamente l’esito della vicenda è stato anche il deputato di Alleanza Verdi–Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che si era più volte recato ad Arzano al fianco dei dipendenti. “È una vittoria per tutti – ha dichiarato – e dimostra che quando le istituzioni collaborano i diritti dei cittadini e dei lavoratori possono essere tutelati. Ora, però, bisogna fare un passo ulteriore, istituendo un tavolo che definisca tempi certi per l’inserimento delle aree esistenti nel PUC, così da garantire in maniera definitiva la salvaguardia dell’MD e di tutti i suoi lavoratori. Ogni posto di lavoro salvato al Sud rappresenta una conquista contro la desertificazione economica e sociale”.
La storia dell’MD di Arzano resta dunque ancora aperta dal punto di vista burocratico, ma il verdetto del Consiglio di Stato rappresenta un importante punto di svolta che mette al riparo, almeno per il momento, quaranta famiglie e una realtà commerciale che negli anni è diventata un punto di riferimento per molti cittadini del territorio. In attesa che il nuovo piano urbanistico entri pienamente in vigore, la vicenda testimonia quanto sia delicato il rapporto tra burocrazia, pianificazione territoriale e salvaguardia del lavoro in una zona già caratterizzata da fragilità economiche e sociali.
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