Scampia ha festeggiato il suo orgoglio sportivo con una cerimonia sentita e partecipata in onore di Susy Scutto, neo campionessa del mondo di judo. La 23enne napoletana, atleta del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, ha conquistato l’oro ai mondiali disputati in Ungheria, raggiungendo il punto più alto della sua carriera agonistica. A celebrarla il maestro Gianni Maddaloni e i giovani atleti dello Star Judo Club, la palestra che da anni rappresenta una delle più note realtà sportive e sociali del quartiere e che ha formato numerosi campioni nel tempo, testimoniando la forza dello sport come strumento di riscatto e formazione.
L’incontro con la comunità è avvenuto sul tatami che ha visto i suoi primi passi, in judogi bianco e con la medaglia al collo. Una foto di gruppo, scattata per immortalare il momento, ha dato inizio a una giornata all’insegna dell’orgoglio, della memoria e della condivisione. Susy Scutto ha raccontato le sue emozioni con semplicità e commozione, rievocando il legame profondo che la unisce alla sua palestra d’origine. Le sue parole sono state segnate dalla gratitudine e dalla consapevolezza di quanto sia importante restare ancorati alle proprie radici. Ha definito la cerimonia come “indescrivibile” e ha sottolineato l’importanza di aver potuto condividere questo successo con chi l’ha accompagnata fin dall’inizio, a partire dalla sua famiglia e dai suoi allenatori.
Un momento particolarmente significativo è stato il conferimento di una targa da parte della Municipalità, che ha voluto esprimere con parole sentite il valore simbolico della vittoria di Scutto. Lo sport, ancora una volta, è stato riconosciuto come veicolo di emancipazione e strumento di lotta contro ogni forma di emarginazione. Applausi, abbracci e fotografie hanno scandito il ritmo di una giornata che ha unito generazioni diverse, tutte accomunate dalla voglia di riscatto e dal senso di appartenenza a un territorio spesso raccontato soltanto per le sue difficoltà.
Scampia, che è anche questo, ha applaudito una giovane donna che rappresenta un esempio concreto di ciò che può nascere quando si uniscono talento, sacrificio e opportunità. La stessa Susy ha raccontato come il titolo mondiale, seppur agognato, non le sembri ancora del tutto reale, pur essendo frutto di un lavoro lungo e costante. Ha confessato di aver sempre creduto nelle sue possibilità, ma di non aver immaginato di salire sul gradino più alto del podio già a 23 anni. Un traguardo importante che ora vuole difendere, anno dopo anno, portando con sé il nome della sua città in ogni parte del mondo.
Nel suo discorso ha trovato spazio anche il ringraziamento a chi l’ha sostenuta e formata in questi anni: dalle Fiamme Gialle al tecnico Antonio Ciano, senza dimenticare l’uomo che l’ha vista crescere sul tatami, Gianni Maddaloni. Quest’ultimo, presente alla cerimonia, ha ribadito quanto sia grande la soddisfazione per questo risultato, che considera un traguardo dell’intera comunità. Ha parlato del percorso della giovane campionessa come di un simbolo per tutti i ragazzi del quartiere, dimostrando come lo sport possa portare lontano anche quando si parte da contesti difficili. Maddaloni ha anche proiettato lo sguardo verso il futuro, augurandosi che Susy possa rappresentare l’Italia con onore alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, un obiettivo alla portata di un’atleta che ha dimostrato forza, tecnica e tenacia.
La festa, sobria ma densa di significato, è stata un’occasione per ribadire la funzione educativa e aggregante dello sport. Lo Star Judo Club continua a essere un presidio di legalità e speranza per tanti ragazzi, e la vittoria di Scutto non è soltanto un successo personale ma un segnale forte per tutta Scampia. La storia della giovane judoka si inserisce nel solco di una lunga tradizione di atleti che, formati tra le pareti di quella palestra, sono riusciti a costruire un futuro diverso grazie alla disciplina e al rispetto delle regole.
In un territorio spesso dimenticato dalle istituzioni e raccontato solo attraverso le cronache di disagio, la voce di Susy Scutto e l’eco della sua medaglia risuonano come una risposta concreta a chi continua a credere che nulla possa cambiare. A Scampia, invece, si continua a combattere ogni giorno per affermare un’altra narrazione, fatta di fatica, di talento, ma anche di una comunità che non smette di credere nei propri figli. E così, quel tatami che ha visto crescere tanti giovani diventa il simbolo di una strada alternativa, possibile e vincente.
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