In un’operazione che mette in luce ancora una volta la pervasività delle organizzazioni criminali nel tessuto sociale e istituzionale, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), hanno eseguito undici arresti e numerosi sequestri nei confronti di membri del clan Contini, parte integrante dell’Alleanza di Secondigliano. Questa indagine, che ha rivelato il controllo esercitato dal clan su un ospedale napoletano, ha rappresentato un duro colpo per la criminalità organizzata.
Le indagini, iniziate nel dicembre 2021, hanno svelato un quadro inquietante: il clan Contini non solo gestiva la vita criminale nei quartieri San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia, ma aveva anche un’influenza diretta sul funzionamento dell’ospedale San Giovanni Bosco. Questa struttura ospedaliera era già stata al centro di un’indagine della Procura di Napoli nel 2019, ma le recenti scoperte dimostrano quanto profonda fosse l’infiltrazione del clan.
Secondo i carabinieri, i vertici del clan avevano delegato a prestanome la gestione di due società di noleggio auto, utilizzate per evitare sequestri e mantenere flussi finanziari illeciti. Questi prestanome erano a libro paga dell’organizzazione, garantendo così una parvenza di legalità alle operazioni criminali.
Gli arrestati non erano solo coinvolti in attività di facciata, ma partecipavano attivamente alle decisioni strategiche ed economiche del clan. La gestione delle relazioni con altre consorterie criminali e l’intestazione fittizia di società dimostrano l’abilità del clan Contini nel camuffare le proprie operazioni. Le misure cautelari hanno riguardato otto persone in carcere (di cui una già detenuta per altra causa) e tre agli arresti domiciliari, con il sequestro delle quote e dei beni aziendali delle società di noleggio auto.
Le dichiarazioni di Vincenzo Iuorio, collaboratore di giustizia ed ex affiliato al clan Sautto-Ciccarelli, hanno fornito ulteriori dettagli sul controllo esercitato dai Contini all’interno dell’ospedale. Iuorio ha raccontato che il parcheggio, la mensa e persino alcune attività all’interno della struttura erano sotto il dominio del clan. In un episodio del 2018, in occasione del ricovero di una parente del boss Sautto, il clan garantì un trattamento privilegiato grazie ai contatti con Carmine Botta, un membro di spicco dei Contini.
L’operazione dei carabinieri è solo l’ultimo capitolo di una lunga battaglia contro l’Alleanza di Secondigliano, che nel 2019 fu colpita da una maxioperazione con 126 misure cautelari e sequestri per un valore di 130 milioni di euro in tutta Italia. L’indagine attuale conferma la capacità delle autorità di colpire al cuore le strutture finanziarie e operative della criminalità organizzata.
La vicenda del clan Contini e dell’ospedale San Giovanni Bosco evidenzia quanto sia ancora diffuso il potere delle organizzazioni criminali nei settori più disparati della società. La collaborazione tra forze dell’ordine e magistratura è cruciale per smantellare queste reti e restituire legalità e sicurezza ai cittadini. Le indagini in corso e le misure cautelari applicate rappresentano un passo importante in questa direzione, ma la strada verso la completa estirpazione di tali fenomeni è ancora lunga e richiede un impegno costante e coordinato.
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