La Chiesa di Sant’Antonio di Padova a Carbonelli, situata in Corso Secondigliano, rappresenta un pezzo di storia e spiritualità del nostro quartiere. Questo luogo di culto, risalente agli anni Venti del Novecento, è stato non solo un punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della crescita e delle trasformazioni del quartiere nel corso degli anni. In questo articolo, esploreremo la storia, l'architettura e l'evoluzione di questa chiesa affascinante.
La prima costruzione della Chiesa di Sant’Antonio di Padova risale al periodo tra il 1926 e il 1928. Fu edificata per volontà della famiglia Carbonelli, che decise di utilizzare uno dei propri terreni per realizzare un luogo di culto dedicato a Sant’Antonio di Padova. Per il progetto si ispirarono allo stile delle chiese francescane, con una facciata in mattoni rossi decorata da stucchi. La chiesa era caratterizzata da un ingresso arretrato rispetto alla strada, raggiungibile attraverso una scalinata, e dotata di due campane donate da benefattrici locali.
L'interno della chiesa presentava una navata centrale e una laterale destra, separate da archi a volta, con un tetto in legno. Al centro, un altare maggiore in marmo bianco custodiva una statua lignea di Sant’Antonio, realizzata in Belgio. Due altari laterali, dedicati rispettivamente al Sacro Cuore di Gesù e alla Madonna di Pompei, arricchivano ulteriormente la navata laterale. Nel transetto, delimitato da colonne in marmo bianco, erano presenti altre due statue lignee raffiguranti San Giuseppe e l’Immacolata.
Inizialmente, la chiesa era di proprietà privata e non sempre accessibile al pubblico. Tuttavia, la domenica e nei giorni festivi vi si celebrava la Santa Messa. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, il 13 maggio 1947, Antonio Carbonelli, insieme alla sua famiglia, decise di donare l'edificio alla Diocesi affinché diventasse una parrocchia, fornendole anche un capitale di 100.000 Lire.
Con la crescita demografica di Secondigliano negli anni Sessanta, emerse la necessità di un luogo di culto più ampio. Nel luglio del 1960, il cardinale Castaldo pose la prima pietra per la costruzione di una nuova chiesa, che fu consacrata sette anni dopo dal cardinale Ursi. Il nuovo edificio fu progettato per ricordare l'antica chiesa, mantenendo la struttura a due navate e la facciata in stile francescano. Tuttavia, il soffitto fu realizzato in cemento armato, mentre le antiche travi furono riutilizzate per gli infissi interni.
Il presbiterio fu costruito seguendo le nuove norme liturgiche, con un altare mensa a forma unica e un ambone coordinato. Gli altari della navata centrale furono spostati in fondo alla stessa, mentre l'altare maggiore della cappella fu dedicato alla Madonna di Lourdes. Le vetrate istoriate, raffiguranti scene della vita di Sant'Antonio, e un antico crocifisso di inizio Novecento, recentemente restaurato, contribuirono ad arricchire ulteriormente l'interno della chiesa.
Oggi, la parrocchia di Sant’Antonio di Padova conta oltre seimila fedeli e insiste su un territorio particolarmente disagiato dal punto di vista socioeconomico. La chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche un centro di aggregazione e supporto per la comunità. Attraverso attività oratoriali e iniziative sociali, la parrocchia continua a svolgere un ruolo fondamentale nel tessuto sociale del quartiere.
La Chiesa di Sant’Antonio di Padova a Carbonelli rappresenta una testimonianza vivente della storia e della spiritualità di Secondigliano. La sua evoluzione, da cappella privata a parrocchia centrale, riflette le trasformazioni socioeconomiche del quartiere e l'impegno costante della comunità nella preservazione dei propri luoghi di culto. Oggi, come in passato, la chiesa rimane un faro di fede e speranza per tutti i suoi fedeli.
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