Da ieri mattina, sul cancello dell'ingresso del parco San Gaetano Errico, a Secondigliano, c'è un avviso che dice tutto e dice niente. Lo hanno scritto in fretta e furia i lavoratori di Napoli Servizi, riportando con un pennarello, su un cartone ondulato, una comunicazione arrivata dal Comune. Il cartello, attaccato alla men peggio con lo scotch, in attesa dell'avviso ufficiale che, forse nel 2017, sarà stampato, recita: "Il parco resta chiuso!!! X messa in sicurezza fino a data da destinare".
Comunicazione superficiale, specchio fedele della gestione del parco, di diretta competenza del Comune. Prima si riduce l'orario di apertura, perché mancano i fondi per mettere in sicurezza l'area verde, poi - in piena estate - si decide addirittura di chiuderlo, senza specificare quando il parco, conquistato dai cittadini dopo una lotta durata oltre dieci anni per dare un futuro diverso all'ex area bipiani, tornerà a funzionare.
Quell'avviso, così improvvisato quanto sgrammaticato, dice - in altre parole - alla gente di Secondigliano: qui non potete più venire a fare una corsa, una semplice passeggiata all'ombra, a portare i vostri figli o nipoti a giocare. Se altrove, d'estate, i parchi si affollano di cittadini per il cinema all'aperto, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, qui il degrado diventa legge imperante.
Che il parco versasse in condizioni disastrose non è certo notizia delle ultime ore. Tanto per cambiare, si è minimizzato, come se fosse normale avere un'area verde zeppa di voragini, con scarsa illuminazione, arredi divelti, ricettacoli di rifiuti, attrezzature fuori uso, per non parlare delle continue incursioni di baby gang, diventate padrone della villa. Non solo il Comune non è intervenuto, ma ha preferito chiuderlo il parco, privando i secondiglianesi dell'unico effettivo polmone verde.
Quel cartello, che oggi ha fatto scattare la protesta delle mamme, è la resa della politica, l'epitaffio sulla tomba di un quartiere diventato periferia della periferia, la targa del premio Nobel all'incompetenza. Quando qualcuno oserà ancora parlare di riscatto delle periferie, di alternative alla strada per i bambini, della cura del verde pubblico e dei beni comuni, tirate fuori questo cartello.
di Luca Saulino
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