Una tragedia che scuote Scampia e l’intera area nord di Napoli. Marco Iazzetta, 63 anni, residente ad Afragola, è deceduto ieri sera presso la clinica “Villa dei Fiori” di Acerra, dopo più di un mese di agonia in seguito a un drammatico incidente sul lavoro avvenuto lo scorso 10 settembre in via Antonio Labriola, nel cuore del quartiere di Scampia. L’uomo, operaio edile impegnato in uno dei cantieri legati al progetto “Restart Scampia”, era precipitato dal quarto al terzo piano di una palazzina in costruzione. Dopo settimane di lotta tra la vita e la morte, le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso.
La notizia ha gettato nello sconforto familiari, amici e colleghi dell’uomo, descritto come un lavoratore esperto e scrupoloso. Marco Iazzetta aveva trascorso tutta la vita nei cantieri, tra sacrifici e turni massacranti, come tanti altri operai che ogni giorno affrontano rischi spesso sottovalutati per garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie. La sua morte riaccende purtroppo il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema che continua a essere di drammatica attualità in Campania come nel resto d’Italia.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente si era verificato all’interno di un cantiere edile in via Labriola, nel lotto denominato “LT.H”, una delle aree interessate dal piano di riqualificazione urbanistica noto come “Restart Scampia”, che prevede la demolizione delle vecchie Vele e la costruzione di nuovi alloggi popolari. L’operaio, mentre era impegnato nelle normali attività di cantiere, sarebbe caduto accidentalmente dal quarto al terzo piano, riportando gravi traumi. Sul posto erano intervenuti immediatamente i carabinieri della stazione Napoli Marianella e il nucleo operativo della compagnia Vomero, insieme al personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro.
L’uomo era stato soccorso e trasportato in condizioni critiche all’ospedale Cardarelli, dove i medici avevano disposto il ricovero d’urgenza. Dopo un periodo di degenza, era stato trasferito nella clinica Villa dei Fiori di Acerra per ulteriori cure, ma nonostante ogni tentativo di salvarlo, il suo cuore ha smesso di battere nella serata di ieri.
Il cantiere era stato posto sotto sequestro già nelle ore successive all’incidente, per consentire alle autorità di verificare l’esatta dinamica dei fatti e accertare eventuali responsabilità. Secondo una prima ipotesi, l’operaio indossava parte dei dispositivi di protezione individuale previsti, ma non è escluso che non tutti fossero stati correttamente utilizzati al momento della caduta. La magistratura, che ha disposto l’autopsia sul corpo di Marco Iazzetta presso il Secondo Policlinico di Napoli, intende chiarire ogni aspetto e stabilire se vi siano state carenze nelle misure di sicurezza o omissioni da parte di chi avrebbe dovuto vigilare.
Il progetto Restart Scampia rappresenta per molti una speranza di rinascita per il quartiere, ma questo tragico episodio ne mostra anche il lato oscuro: quello di chi, dietro ai grandi cantieri e alle nuove costruzioni, rischia la vita per portare avanti i lavori. Una realtà purtroppo comune, che riporta alla memoria altri incidenti avvenuti negli ultimi anni in diversi cantieri tra Napoli, Casoria, Secondigliano e Miano, dove le condizioni di sicurezza non sempre sembrano rispettare gli standard previsti dalla legge.
I sindacati, nelle scorse ore, hanno espresso cordoglio alla famiglia dell’operaio e chiesto controlli più severi nei cantieri della zona. Anche molti cittadini di Afragola e Secondigliano hanno voluto ricordare Marco Iazzetta sui social con messaggi di affetto e rabbia, sottolineando come “non si possa morire di lavoro nel 2025”. La vicenda si aggiunge purtroppo a una lunga lista di morti bianche che continuano a segnare la provincia di Napoli. Secondo le stime più recenti, solo negli ultimi mesi in Campania si sono registrati decine di incidenti sul lavoro, molti dei quali con esito fatale.
In attesa degli esiti dell’autopsia e delle indagini dei carabinieri, resta il dolore di una famiglia spezzata e la sensazione amara che la sicurezza nei cantieri, purtroppo, resti ancora troppo spesso un optional. Scampia, che negli ultimi anni sta cercando di voltare pagina e cambiare immagine grazie ai progetti di riqualificazione urbana, si ritrova ora a fare i conti con una tragedia che mette in luce le difficoltà di chi lavora ogni giorno dietro le quinte della rinascita del quartiere.
Marco Iazzetta lascia un vuoto profondo non solo tra i suoi cari, ma anche in tutti coloro che credono in un riscatto possibile per i quartieri popolari di Napoli. La speranza è che la sua morte non resti solo un numero nelle statistiche, ma serva a ricordare che dietro ogni cantiere ci sono vite reali, storie di sacrificio e famiglie che meritano rispetto e sicurezza.
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