A Napoli il tema del decoro urbano continua a intrecciarsi con l’emergenza sociale, e quanto avvenuto ieri sotto il cavalcavia di piazza Di Vittorio a Capodichino ne è l’ennesima conferma. La zona, già nota per la presenza ricorrente di persone senza fissa dimora e per l’accumulo di rifiuti di ogni genere, è stata nuovamente al centro di un intervento complesso e coordinato che ha coinvolto la polizia locale, i servizi sociali e gli operatori dell’Asia. Dieci persone avevano trascorso la notte sotto la struttura, riparandosi come potevano dal freddo con materiali di fortuna, coperte logore e piccoli ripari improvvisati.
Gli agenti dell’Unità Operativa Investigativa Ambientale ed Emergenze Sociali, insieme agli assistenti sociali della III Municipalità, sono riusciti a instaurare un dialogo con loro e a proporre soluzioni immediate per mettersi al riparo dalle basse temperature. Una parte del gruppo ha accettato il trasferimento nelle strutture pubbliche di accoglienza, trovando finalmente un luogo sicuro dove dormire e ricevere assistenza, mentre altri hanno scelto di restare, pur accogliendo informazioni e contatti utili.
Parallelamente all’attività sociale è partita una massiccia operazione di recupero ambientale, resa necessaria dalle condizioni in cui versava l’intera area. Con l’arrivo degli operatori dell’Asia, la zona è stata sgomberata da ogni tipo di rifiuto accumulato nel tempo: ingombranti, scarti pericolosi, giacigli abbandonati, materiale deteriorato e resti di vecchi ripari costruiti nei giorni precedenti. Complessivamente sono state rimosse circa due tonnellate di rifiuti, un quantitativo che conferma quanto la situazione fosse ormai diventata critica sia per ragioni igieniche sia per la sicurezza. Dopo la rimozione di tutto il materiale, l’area è stata sottoposta a una bonifica completa e a un intervento di sanificazione che ha permesso di restituire quello spazio alla cittadinanza, riducendo i rischi legati alla presenza di materiali pericolosi e migliorando visibilmente l’aspetto dell’intera zona.
L’intervento fa parte del lavoro programmato dal Tavolo tecnico permanente per il decoro urbano, una struttura voluta dal Comune di Napoli per trasformare ciò che un tempo era considerato straordinario in un’attività regolare e costantemente monitorata. Non si tratta infatti di un singolo episodio: piazza Di Vittorio era già stata oggetto di un intervento nelle scorse settimane, segno che l’area è monitorata costantemente e rientra tra quelle considerate più delicate dal punto di vista sociale e ambientale. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere sistematici gli interventi di pulizia, assistenza e bonifica, evitando che piccole emergenze si trasformino in situazioni più difficili da gestire, soprattutto in zone di grande passaggio e vicine ad arterie stradali importanti come Capodichino.
Mentre una parte della task force era impegnata sotto il cavalcavia, un’altra squadra operava in contemporanea a Piazza Cavour, un altro punto della città dove negli ultimi mesi gli interventi si sono moltiplicati per via dell’accumulo di rifiuti e della presenza di situazioni analoghe. Qui sono stati ripuliti vialetti e aiuole, con la rimozione di materiali abbandonati e lo svuotamento di contenitori che, secondo le segnalazioni dei residenti, si riempiono rapidamente a causa dei passaggi continui di persone e delle attività commerciali circostanti.
Il coordinatore della task force, Ciro Turiello, ha confermato l’intenzione del Comune di ampliare ulteriormente il raggio d’azione, potenziando la collaborazione tra assessorati, municipalità, servizi sociali e società partecipate. L’obiettivo è costruire una rete capace non solo di ripulire e sanificare le aree più critiche, ma anche di intervenire sulle situazioni di fragilità umana che spesso si trovano proprio nei luoghi degradati, adottando una strategia che unisce il recupero ambientale all’assistenza sociale. L’idea di fondo è superare la logica degli interventi occasionali, che in passato lasciavano il tempo che trovavano, per arrivare invece a un modello basato su controlli frequenti, monitoraggi continui e azioni ricorrenti, così da migliorare non soltanto la vivibilità dei quartieri interessati ma anche la sicurezza percepita dai cittadini.
L’intervento di ieri a Capodichino rappresenta quindi un tassello di un lavoro molto più ampio, che punta a migliorare non solo l’apparenza della città ma anche le condizioni di chi vive ai margini. La presenza di dieci persone sotto un cavalcavia non è solo un problema di decoro: è un campanello d’allarme sociale che richiede ascolto, soluzioni concrete e strutture pronte ad accogliere chi ha bisogno.
Il fatto che alcuni dei presenti abbiano accettato l’accoglienza dimostra che un dialogo è possibile e che un approccio umano, unito a interventi ordinati e costanti, può portare risultati. La sfida, ora, sarà rendere tutto questo una normalità e non un’eccezione, soprattutto in aree come Capodichino, dove degrado, povertà e fragilità sociale continuano a convivere con il traffico intenso, il passaggio quotidiano di migliaia di persone e la vicinanza all’aeroporto.
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