Nella lunga partita a scacchi tra lo Stato e la camorra di Scampia cade un altro pezzo pesante del gruppo Cifariello–Cancello, un nome che da anni rappresenta uno dei nodi centrali degli equilibri criminali tra Scampia e Secondigliano. Nella giornata di ieri, 19 novembre, la latitanza di Gennaro Cifariello è finita sull’isola di Tenerife, dove gli investigatori spagnoli della Policia Nacional hanno stretto le manette ai polsi del latitante, bloccandolo dopo quasi due mesi di fuga. Per la Direzione distrettuale antimafia di Napoli si tratta di uno degli esponenti apicali del cartello collegato al clan Amato-Pagano, la struttura criminale che da anni continua a insanguinare il quadrante nord di Napoli tra piazze di spaccio, minacce, estorsioni e gestione militarizzata delle abitazioni popolari. Con il suo arresto, l’unico nome di peso ancora irreperibile all’interno dello storico gruppo rimane quello di Elia Cancello, considerato oggi il latitante più influente e pericoloso del sodalizio camorristico.
L’arresto di Cifariello è il risultato di una complessa attività internazionale che porta la firma della Policia Nacional di Tenerife, dell’UDYCO – Unidad de Droga y Crimen Organizado – e del Fugitive Active Search Team (FAST) spagnolo, in sinergia con il FAST Italia e con gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli. Il provvedimento che ha permesso la cattura era un mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura partenopea, legato all’accusa di sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso, un episodio che rientra nel solco della vasta inchiesta sul gruppo Cifariello/Cancello, noto per la gestione violenta e autoritaria del territorio a nord di Napoli. Cifariello era scomparso nel nulla il 29 settembre, giorno in cui la polizia aveva eseguito una maxi ordinanza contro nove presunti affiliati del clan, segnando l’inizio di una nuova fase nelle indagini.
La vicenda che ha portato all’emissione dell’ordinanza racconta una delle pagine più inquietanti del dominio dei clan tra Scampia e Secondigliano: secondo l’accusa, gli esponenti del gruppo criminale avrebbero messo nel mirino un appartamento popolare regolarmente assegnato a una famiglia di Scampia. Prima le minacce dirette ai residenti, con presidi armati sotto il palazzo, poi il salto nel terrore: il sequestro del titolare dell’alloggio, trattenuto come ostaggio per costringere i familiari a consegnare le chiavi della loro abitazione. Una logica feroce, quella dei “signori delle case”, che trasformano gli alloggi pubblici in strumenti di potere, decidendo arbitrariamente chi può restare e chi deve abbandonare la propria vita, i propri ricordi, la propria dignità.
A coordinare le indagini che hanno inchiodato il gruppo e ricostruito la rete di protezione attorno al latitante è stata la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che da lungo tempo mantiene accesi i riflettori sul clan Amato-Pagano, osservandone le alleanze, le scissioni e le metamorfosi criminali nei rioni più fragili della periferia nord. Gli investigatori della Squadra Mobile, affiancati dal FAST Italia e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno seguito piste sottili, contatti apparentemente marginali e movimenti economici ridotti al minimo, fino a isolare gli spostamenti di una persona considerata molto vicina a Cifariello. Tracciando quei percorsi, la rete investigativa è riuscita a restringere il campo sempre di più, fino a individuare Tenerife come possibile punto di fuga del ricercato.
La svolta è arrivata proprio grazie alla collaborazione con le autorità spagnole, che hanno avviato un monitoraggio silenzioso ma serrato. Attraverso giorni di appostamenti, controlli incrociati e movimenti studiati al millimetro, la Policia Nacional è riuscita a localizzare il latitante e a bloccarlo senza possibilità di fuga, chiudendo un cerchio investigativo che ha attraversato più Paesi e richiesto una cooperazione internazionale costante. Con la cattura di Cifariello, cade quindi un tassello fondamentale nell’architettura del gruppo Cancello/Cifariello, un arresto che indebolisce la struttura operativa dello storico cartello e contribuisce a ridisegnare gli equilibri criminali tra Scampia e Secondigliano.
Resta ora un solo nome in cima alla lista dei latitanti di peso: quello di Elia Cancello, figura centrale del clan e ultimo punto oscuro ancora da chiarire nell’organigramma dei gruppi criminali legati alla galassia Amato-Pagano. Le indagini, tuttavia, restano in pieno corso, e la DDA di Napoli continuerà a lavorare per ricomporre l’intero quadro operativo del gruppo, mettendo ordine in una vicenda giudiziaria che vede ancora un intreccio fitto di responsabilità da definire.
Gli elementi raccolti sinora delineano un quadro indiziario grave a carico di Gennaro Cifariello, che rimane persona sottoposta a indagine e dunque da considerarsi innocente fino a sentenza definitiva. Il suo arresto rappresenta però un duro colpo per la camorra di Scampia e per il sistema di potere che per anni ha controllato interi isolati, famiglie e destini. Una vicenda che ricorda ancora una volta quanto la lotta dello Stato contro la criminalità organizzata sia complessa, silenziosa e fatta di passi piccoli ma decisivi, capaci di spezzare pezzo dopo pezzo anche le strutture criminali più radicate.

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