Secondigliano torna al centro dell’attenzione nazionale con il nuovo arresto di Simone Bartiromo, 34 anni, detto “Jet”, indicato dagli investigatori come uno dei broker più affidabili nel traffico internazionale di cocaina tra l’Italia e il Sud America. Nonostante le operazioni degli ultimi anni abbiano più volte colpito la rete dello spaccio nell’area nord di Napoli, le inchieste giudiziarie confermano che Secondigliano continua a essere un punto nevralgico nella gestione e nella distribuzione degli stupefacenti, grazie a figure come Bartiromo, capaci di mantenere contatti diretti con fornitori esteri e clan della camorra e della ’Ndrangheta.
L’ultima ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Procura di Milano e notificata dai carabinieri del Ros insieme ai militari del comando provinciale, ricostruisce un traffico di almeno 53 chilogrammi di cocaina per un valore superiore a 1,8 milioni di euro. Le forniture sarebbero partite dal Sud America, arrivate in Lombardia e infine trasferite verso la periferia nord di Napoli. Secondo gli inquirenti, il carico veniva preso in consegna da Bartiromo, che lo avrebbe smistato in varie piazze di spaccio dell’area, in particolare quelle tra Scampia e Secondigliano, da sempre considerate tra le più redditizie d’Europa.
Il provvedimento coinvolge anche nomi storici della ’Ndrangheta lombarda, come i fratelli Papalia e Giuseppe Grillo, indicato come capo del gruppo. Dalle intercettazioni emerge un elemento chiaro: a Bartiromo veniva concessa la droga a credito, senza discussioni sul prezzo. Un privilegio riservato solo a figure ritenute affidabili e puntuali nei pagamenti, in grado di garantire che ogni operazione di vendita sul territorio, in particolare a Secondigliano, andasse a buon fine senza ritardi né perdite economiche.
La storia di “Jet” è nota da tempo agli investigatori campani. Originario del rione Traiano ma operativo da anni nell’area di Secondigliano, è stato inserito in diverse inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che lo collegano a vari clan protagonisti negli anni delle faide per il controllo dello spaccio, dai Di Lauro agli Amato-Pagano fino a gruppi minori dell’hinterland. Dopo una latitanza di tre anni, fu arrestato in Spagna ad Alicante mentre viveva con documenti falsi. Le autorità ritengono che avesse ereditato parte dei contatti appartenuti a Raffaele Imperiale, altro broker campano di livello internazionale oggi collaboratore di giustizia.
Il nuovo arresto dimostra che, nonostante i colpi inflitti alle organizzazioni criminali, il sistema dello spaccio nell’area di Secondigliano continua ad auto-rigenerarsi. Secondo gli inquirenti, per ogni broker arrestato ne emerge un altro pronto a prendere il suo posto, garantendo la continuità dei collegamenti con i fornitori sudamericani e il rifornimento costante delle piazze campane.
Il nodo rimane sempre lo stesso: il mercato della cocaina garantisce profitti altissimi, e la struttura territoriale di quartieri come Secondigliano e Scampia permette ancora oggi di distribuire grandi quantità di droga in modo rapido e invisibile. Case popolari, cantine, garage e cortili diventano in pochi minuti depositi, laboratori o punti di scambio, rendendo estremamente difficile l’intervento delle forze dell’ordine. Anche i sistemi di vedette e cittadini compiacenti rendono complicata la repressione del fenomeno, che continua ad alimentare una microeconomia sommersa fatta di manovali dello spaccio, vedette, corrieri e custodi.
La Procura milanese sottolinea nella propria relazione che la collaborazione tra camorra e ’Ndrangheta non è più un’eccezione, ma una regola consolidata. Clan storicamente distanti per tradizioni e territori hanno compreso che unendo capitali e contatti è possibile ridurre i rischi e aumentare i guadagni. In questo sistema, aeroporti e porti del Nord vengono utilizzati come punti di ingresso, mentre quartieri come Secondigliano rappresentano la fase finale del ciclo commerciale, quella in cui la polvere bianca si trasforma in denaro liquido.
La vicenda di Simone “Jet” Bartiromo è solo uno dei tanti capitoli di una storia che si ripete. Le autorità continuano a eseguire arresti e sequestri, ma il flusso non si interrompe. La domanda di cocaina cresce tra giovani e adulti di tutte le fasce sociali, e finché esisterà un mercato così vasto sarà difficile disarticolare completamente un sistema radicato da decenni. A Secondigliano, la speranza è che ogni arresto rappresenti un passo in più verso il cambiamento, ma la realtà quotidiana racconta ancora un quartiere diviso tra voglia di riscatto e catene criminali difficili da spezzare.
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