Una scoperta che ha dell’incredibile quella fatta dai Carabinieri della Stazione di Scampia, che nel corso di un controllo mirato hanno rinvenuto in un appartamento del quartiere nord di Napoli una vera e propria centrale dello spaccio, gestita da una giovane coppia di marito e moglie. I due, lui 29enne e lei 31enne, sono stati arrestati per detenzione di droga a fini di spaccio e detenzione abusiva di armi. Ma a rendere il tutto ancora più singolare è l’oggetto trovato accanto ai panetti di hashish e alle bustine di marijuana: una katana, una lunga spada giapponese di 81 centimetri, usata — secondo gli investigatori — per tagliare la droga prima del confezionamento delle dosi.
Durante la perquisizione domiciliare, i militari hanno trovato un’ingente quantità di materiale illegale. Nascosti con cura in casa, c’erano infatti dieci panetti di hashish, due bustine di marijuana, una pistola priva del tappo rosso, un caricatore compatibile con una Glock, un bilancino di precisione e tutto l’occorrente per il confezionamento della sostanza stupefacente. Oltre a questo, i carabinieri hanno trovato 5.100 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio, e la famosa katana, simbolo insolito ma inquietante di una realtà che a Scampia continua a mostrare quanto il crimine si sia radicato anche nelle dinamiche domestiche.
L’intervento delle forze dell’ordine rientra in una serie di controlli intensificati negli ultimi mesi nell’area nord di Napoli, dove il contrasto al traffico di stupefacenti resta una priorità. I due coniugi, secondo quanto emerso, gestivano l’attività di spaccio direttamente dalla loro abitazione, probabilmente approfittando della rete di contatti locali per distribuire le dosi nella zona. La presenza dell’arma bianca e del caricatore per pistola fa pensare che i due non si limitassero a confezionare la droga, ma fossero anche pronti a difendersi o a intimidire eventuali concorrenti.
La 31enne e il marito sono stati immediatamente arrestati: per il 29enne si sono aperte le porte del carcere, mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari in attesa di ulteriori accertamenti. L’operazione, condotta con discrezione ma determinazione, ha permesso di togliere dal mercato una quantità significativa di sostanze pronte per essere immesse nelle piazze di spaccio del quartiere. Il sequestro della katana, in particolare, è diventato il simbolo di un episodio che dimostra ancora una volta come il mondo della criminalità non conosca più confini netti tra realtà e assurdità.
Non era, come ironicamente qualcuno ha commentato, la katana di Uma Thurman in Kill Bill, ma quella di una giovane donna di Scampia coinvolta con il marito in un giro di droga e armi. Una scena che, pur nella sua assurdità, racconta la quotidianità di un quartiere che da decenni combatte per liberarsi da un’immagine difficile da cancellare. Ogni operazione come questa mostra l’impegno costante delle forze dell’ordine nel cercare di restituire sicurezza e dignità a un territorio che paga ancora il peso del passato.
Scampia non è solo il simbolo del degrado, ma anche un luogo dove tante famiglie cercano di vivere onestamente, mentre una minoranza continua a minare il lavoro di chi ogni giorno prova a cambiare le cose. Episodi come questo non devono essere visti solo come cronaca nera, ma come il segnale che il contrasto alla criminalità continua, che lo Stato è presente e che ogni arresto, anche il più piccolo, rappresenta un passo avanti nella riconquista del territorio.
La speranza è che, grazie a operazioni come questa, Scampia possa finalmente liberarsi dai cliché che la inseguono e costruire un futuro fatto di legalità, lavoro e rispetto delle regole. Ma per farlo serve una sinergia tra cittadini e istituzioni, un’alleanza vera che rompa il silenzio e l’omertà, restituendo fiducia e sicurezza a una delle zone più complesse, ma anche più vive, dell’intera città di Napoli.
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