La tarda serata di sabato ha riportato la tensione in uno dei quadranti più delicati della periferia orientale di Napoli. Erano circa le 22 quando diversi residenti di via Della Bussola, nella zona di Poggioreale nota come il “Bronx” e situata al confine con San Pietro a Patierno, hanno allertato le forze dell’ordine riferendo di aver udito una serie di forti esplosioni riconducibili a colpi d’arma da fuoco. Gli spari sarebbero stati esplosi nei pressi di un bar molto frequentato, circostanza che aumenta il timore di chi vive abitualmente quella strada, da sempre considerata un’area di passaggio tra territori controllati da differenti gruppi criminali.
In pochi minuti una o più pattuglie della Polizia di Stato hanno raggiunto la zona, cinturando l’area e avviando i primi rilievi. A terra sono stati rinvenuti sette bossoli, il cui calibro è ora oggetto di analisi da parte della scientifica. Nonostante l’intensità della sparatoria nessun segno di sangue è stato individuato sull’asfalto, né sono stati rilevati danni a veicoli o palazzi circostanti. Come da prassi, i controlli nei principali ospedali cittadini sono stati immediatamente attivati, ma nessuno si è presentato con ferite compatibili con colpi d’arma da fuoco, elemento che lascia aperti diversi scenari interpretativi.
Le indagini sono ora affidate alla Squadra Mobile che, in collaborazione con gli uomini della Scientifica, sta lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. Tra le ipotesi principali c’è quella della cosiddetta “stesa”, termine con cui si indica una sparatoria dimostrativa messa in scena a scopo intimidatorio per ribadire il controllo del territorio o inviare un messaggio ai rivali. Tuttavia gli investigatori non escludono la possibilità di un agguato non andato a segno o, ipotesi ancora più inquietante, un conflitto a fuoco tra più persone. Comprendere se a sparare sia stata un’unica arma o se i proiettili provengano da diversi modelli di pistola potrebbe fornire un indizio decisivo in tal senso e aiutare a comprendere se si tratti di un’azione isolata o del sintomo di uno scontro in atto tra fazioni.
Via Della Bussola è da tempo considerata una linea di confine tra due differenti aree di influenza. Storicamente il territorio è riconducibile al clan Contini, parte della cosiddetta Alleanza di Secondigliano, ma negli ultimi mesi diverse informative avrebbero segnalato segnali di pressione da parte del clan Mazzarella, che dopo anni di predominio nel centro storico di Napoli starebbe tentando di riaffacciarsi nelle zone più periferiche. Se questa ricostruzione fosse confermata, l’episodio di sabato notte potrebbe inserirsi in un quadro più ampio di riassetto degli equilibri criminali sul fronte orientale della città, dove il controllo delle piazze di spaccio e delle attività economiche legate al territorio rappresenta ancora una fonte di potere e guadagno.
La presenza di un bar e di altre attività commerciali nella zona dello sparo rende ancora più delicata la situazione, poiché dimostra come certe dinamiche violente continuino a manifestarsi in luoghi frequentati da cittadini comuni e non circoscritti a contesti esclusivamente criminali. Chi abita nel “Bronx” di Poggioreale racconta da tempo di vivere in una condizione di costante incertezza, sospesa tra la normalità del quotidiano e l’imprevedibilità di episodi che ricordano quanto fragile sia ancora la sicurezza di alcuni quartieri di Napoli.
Nelle prossime ore saranno analizzate le immagini delle telecamere presenti nei pressi dell’area e raccolte eventuali testimonianze dirette. Gli inquirenti sperano di ottenere elementi utili anche dalla verifica dei veicoli transitati in quelle ore o da eventuali segnalazioni arrivate poco prima o subito dopo la sparatoria. Al momento non sono stati resi noti ulteriori dettagli, ma la presenza di sette bossoli e l’assenza di feriti lasciano pensare a un’azione mirata e pianificata piuttosto che a un gesto casuale.
La vicenda riporta inevitabilmente all’attenzione pubblica il delicato tema della gestione del territorio nelle periferie, dove la percezione di sicurezza è spesso affidata più all’equilibrio tra gruppi criminali che alla reale presenza istituzionale. Il lavoro delle forze dell’ordine in queste aree resta costante ma non sempre sufficiente a prevenire episodi eclatanti, specie quando l’intento non è quello di colpire qualcuno ma semplicemente di lanciare un messaggio.
In attesa di sviluppi investigativi, resta la sensazione di un territorio ancora segnato da logiche di prevaricazione e controllo, dove una raffica di spari può ancora comparire all’improvviso tra i palazzi di un quartiere abitato da famiglie, lavoratori e bambini. Ed è proprio per queste persone che ogni episodio del genere non può e non deve essere considerato routine, ma un fatto da riportare, analizzare e comprendere fino in fondo, perché la normalità torni ad appartenere anche a chi vive nei confini più complessi della città.
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