Un piccolo gatto, chiuso dentro una scatola di cartone e lasciato in strada, è stato ritrovato questa mattina a Casoria, in via Francesco De Sanctis. La scoperta è avvenuta per puro caso, grazie all’attenzione di un passante che, accorgendosi del contenitore abbandonato in mezzo alla carreggiata, si è avvicinato e ha trovato all’interno l’animale impaurito ma ancora vivo. La scatola era stata sistemata in modo da avere un buco, forse con l’intento di far passare aria, ma ciò non toglie la gravità del gesto: l’abbandono di un essere vivente, lasciato a morire in mezzo al traffico o ad essere portato via dai rifiuti, come avrebbe potuto accadere se il camion dell’immondizia avesse prelevato il contenitore senza controllarne il contenuto.
Il fatto è stato denunciato pubblicamente attraverso i canali social dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha condiviso la segnalazione di una cittadina indignata. Nella denuncia, accorata e rabbiosa, si evidenzia non solo la crudeltà dell’atto, ma anche l’apparente indifferenza verso le conseguenze. Il gatto, descritto come docile e abituato al contatto umano, sembrerebbe essere un animale domestico. Probabilmente appartenente a qualcuno che ha scelto deliberatamente di sbarazzarsene in questo modo, magari per partire in vacanza senza dover trovare una sistemazione alternativa. Un comportamento che solleva non solo una questione morale ma anche legale, trattandosi di un vero e proprio caso di abbandono e maltrattamento di animale.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di crescente allarme per il fenomeno dell’abbandono estivo degli animali domestici. Ogni anno, con l’arrivo delle ferie, aumenta il numero di cani e gatti lasciati per strada o in condizioni di pericolo da persone che non intendono portarseli dietro o affidarne la cura temporanea a strutture o conoscenti. Un fenomeno che non conosce soluzione definitiva, nonostante le campagne di sensibilizzazione e le denunce pubbliche. In questo caso, se il passante non avesse notato la scatola in tempo, il gattino sarebbe quasi certamente morto. L’intervento umano ha invece permesso di salvarlo, confermando ancora una volta quanto possano fare, nel bene e nel male, le scelte di una singola persona.
Le immagini e il racconto condivisi dal deputato Borrelli hanno raccolto moltissime reazioni, tra indignazione, rabbia e richieste di giustizia. Non mancano però anche messaggi di speranza e disponibilità all’adozione da parte di cittadini che si sono offerti per dare una nuova casa all’animale. In un contesto dove troppo spesso il degrado urbano e la disattenzione verso il benessere degli animali sembrano prevalere, episodi come questo mettono in luce due facce contrapposte della realtà: da un lato la crudeltà gratuita e l’indifferenza verso la vita; dall’altro, la solidarietà e la capacità di reagire con empatia e responsabilità.
La vicenda, seppur accaduta a Casoria, ha suscitato reazioni anche nelle aree limitrofe, tra cui Secondigliano e Scampia, dove da tempo si segnalano episodi simili legati al maltrattamento e all’abbandono di animali. Segnalazioni che spesso provengono da cittadini comuni, sempre più attenti e pronti a denunciare, ma che restano in attesa di risposte strutturate da parte delle istituzioni. La presenza di un deputato come Borrelli, che da anni si occupa di questi temi, aiuta a dare visibilità ai singoli casi, ma da sola non basta.
Si torna così a parlare dell’urgenza di rafforzare i controlli, promuovere una cultura della responsabilità verso gli animali e, soprattutto, di applicare con fermezza le sanzioni previste per chi li abbandona o maltratta. Il gattino salvato oggi in via Francesco De Sanctis è, per fortuna, vivo. Ma quanti altri non vengono mai ritrovati? Quanti finiscono silenziosamente sotto una macchina o in un cassonetto, senza che nessuno se ne accorga?
Il gesto di chi ha abbandonato l’animale non è solo un crimine, ma un indicatore preoccupante di disumanità. E l’augurio amaro espresso nella segnalazione, quel “vi auguro un mese di gastroenterite”, non è altro che la rabbia impotente di chi assiste a un’ingiustizia e non può fare altro che denunciare, sperando che almeno la vergogna, se non la legge, faccia effetto su chi si è reso protagonista di un atto tanto crudele quanto vigliacco.
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