Ha suscitato sdegno e indignazione il ritrovamento a Giugliano, nella zona di via Madonna del Pantano, del corpo senza vita di un cane lasciato legato per giorni sotto il sole cocente, mentre la proprietaria si trovava in vacanza. La scena, documentata con immagini che hanno fatto rapidamente il giro dei social, mostra il povero animale, un meticcio di colore marrone, riverso a terra e legato con una corda di circa novanta centimetri a una cyclette collocata in un cortile esposto per ore ai raggi diretti, senza alcuna protezione né ombra. Accanto al corpo, due ciotole ormai vuote e un cumulo di feci lasciavano intuire le terribili condizioni in cui aveva vissuto le sue ultime ore, tra caldo estremo e sete insopportabile.
La segnalazione è arrivata grazie all’intervento dell’attivista animalista Enrico Rizzi, che ha denunciato pubblicamente il fatto sui social, richiamando l’attenzione di cittadini e volontari. Sul posto si sono recati le guardie zoofile dell’Oipa e gli agenti della polizia municipale di Giugliano, coordinati dal comandante Luigi De Simone. A intervenire anche il deputato di Alleanza Verdi–Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha voluto verificare personalmente la situazione dopo aver ricevuto l’allarme. Purtroppo, all’arrivo dei soccorsi per uno dei due cani non c’era più nulla da fare: era morto dopo ore di agonia. L’altro animale, anch’esso lasciato all’aperto in un altro cortile dello stesso stabile, è stato trovato in gravi condizioni ma ancora vivo, e soccorso in extremis.
Secondo quanto ricostruito, la proprietaria degli animali, una docente del posto, era partita da alcuni giorni per le ferie, lasciando entrambi i cani esposti alle alte temperature di questi giorni senza un’adeguata assistenza. Le indagini avrebbero anche portato all’identificazione di un uomo, un immigrato con regolare permesso di soggiorno, cui sarebbe stato affidato il compito di occuparsi degli animali durante l’assenza della padrona, ma che non avrebbe garantito alcuna cura reale. Sia la donna che l’uomo sono stati denunciati per maltrattamento di animali, ma resta l’amarezza per una morte che, secondo i soccorritori, si sarebbe potuta evitare con semplici accorgimenti.
Francesco Emilio Borrelli ha definito l’episodio «di una crudeltà disumana», sottolineando come, nonostante le denunce, in casi simili «molti procedimenti penali vadano in prescrizione» e auspicando un inasprimento delle pene, oltre a maggiori risorse per i magistrati al fine di perseguire con efficacia i responsabili. Ha poi rivolto un appello ai cittadini perché segnalino ogni situazione sospetta o di pericolo per gli animali, evitando di voltarsi dall’altra parte.
Sul piano tecnico, Nando Cirella, coordinatore delle guardie zoofile dell’Oipa, ha spiegato che il decesso del cane è stato causato da un colpo di calore, una condizione potenzialmente letale che si verifica quando la temperatura corporea dell’animale sale rapidamente per effetto dell’eccessiva esposizione al caldo e dell’impossibilità di disperdere il calore. Ha ricordato l’obbligo, sancito anche dalla legge, di garantire agli animali spazi ombreggiati, luoghi freschi e acqua in abbondanza, e di non lasciarli mai legati in maniera da impedirne il movimento e la ricerca di un riparo. Ha inoltre evidenziato come, purtroppo, episodi simili si ripetano con una certa frequenza durante il periodo estivo, quando alcuni proprietari decidono di partire lasciando gli animali incustoditi o affidandoli a persone non idonee.
Il caso di Giugliano riaccende dunque l’attenzione sul tema della tutela degli animali domestici e sul bisogno di un cambiamento culturale oltre che normativo, affinché la crudeltà e l’abbandono non vengano più considerati episodi marginali ma veri e propri reati da prevenire e punire con fermezza. Nel frattempo, l’unico sopravvissuto di questa vicenda è stato affidato alle cure dei volontari, nella speranza di una nuova vita lontano da catene e sofferenze.
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