Una spedizione punitiva finita nel sangue. Una lite scoppiata per motivi legati alla spartizione dei proventi di truffe agli anziani si è trasformata in tragedia a San Marco Evangelista, nel Casertano, dove ha perso la vita il 26enne Stefano Margarita, residente a Secondigliano. La sera di lunedì si è consumata la drammatica vicenda che ha visto come scenario viale della Libertà, nella zona conosciuta come la “piazzetta”. Un gruppo di giovani partiti da Secondigliano si sarebbe recato lì con l’intento di ottenere dal 24enne Antonio Carozza quanto ritenevano fosse loro dovuto. Il giovane, invece di cedere alle richieste, avrebbe reagito con estrema violenza impugnando un coltello e colpendo più volte gli aggressori. Due i feriti: Nicola Milone, 24 anni, ora ricoverato in condizioni critiche ma fuori pericolo, e un minorenne che ha riportato ferite lievi. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’arrivo del gruppo a San Marco Evangelista sarebbe stato motivato da questioni legate ai soldi e agli oggetti ottenuti con raggiri ai danni di anziani. I proventi di queste truffe sarebbero stati trattenuti da Carozza, scatenando la reazione del gruppo che, giunto sul posto a bordo di una Fiat Panda partita da Secondigliano, avrebbe tentato di costringerlo a restituire la parte loro spettante.
Quando il confronto si è acceso, Carozza ha sferrato più fendenti contro i presenti, colpendo mortalmente Margarita. Non pago, avrebbe poi tentato di investire un terzo giovane con l’auto, in una sequenza di violenza che ha sconvolto l’intero quartiere. La Fiat Panda, utilizzata per la spedizione punitiva, è stata ritrovata a Caivano. Poco prima del delitto, Carozza avrebbe acquistato della droga, scrivendo in un messaggio delirante di volersi “concedere una meritata vacanza”. Intorno alle 22, l’arrivo dei sanitari del 118 e dei carabinieri ha trovato un quadro gravissimo: Margarita è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Caserta, dove è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. La tensione si è spostata anche all’esterno dell’ospedale, dove familiari e amici della vittima, accorsi da Secondigliano, hanno vissuto ore di angoscia, rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine per mantenere la calma ed evitare incidenti.
Nelle ore successive, i carabinieri hanno fermato due persone: Antonio Carozza, 31 anni, residente a San Marco Evangelista, e suo padre Michele, 57 anni, proprietario di una ferramenta a San Nicola La Strada. Entrambi sono stati arrestati con l’accusa di concorso in omicidio e tentato omicidio su disposizione del pm Gerardina Cozzolino, che ha firmato un decreto di fermo. Durante le perquisizioni e le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai carabinieri della Compagnia di Caserta diretti dal maggiore Gianni Riacà, è emerso che il coltello usato per l’omicidio era stato inizialmente nascosto. Dopo l’aggressione, infatti, Michele Carozza aveva consegnato l’arma al padre anziano, un uomo di 83 anni, affinché la facesse sparire. L’anziano aveva lanciato il coltello in un terreno vicino, dove è stato poi ritrovato dai militari. Rilievi e testimonianze hanno confermato che Antonio Carozza, già arrestato otto anni fa per minacce nei confronti del padre per motivi economici, continuava a vivere di espedienti e ad approfittare dell’aiuto familiare. Anche in questa occasione, il padre ha tentato di proteggerlo, raccontando ai carabinieri una versione inverosimile secondo cui sarebbe stato lui stesso a colpire la vittima per difendere il figlio.
La Procura sta verificando eventuali responsabilità di altre persone coinvolte nella vicenda e possibili complicità nella gestione dei proventi illeciti, mentre padre e figlio, assistiti dall’avvocato Tommaso Giaquinto, attendono l’udienza di convalida del fermo. Le prime indagini erano state avviate dai carabinieri della Stazione di San Nicola La Strada, che hanno effettuato i rilievi iniziali e identificato rapidamente i responsabili, mentre la scena del crimine veniva isolata per consentire tutti gli accertamenti tecnici. Emergono inoltre dettagli inquietanti sulla vita di Antonio Carozza, la cui rabbia e il cui stile di vita disordinato avevano più volte portato a scontri familiari, fino a questo epilogo drammatico che ha spezzato la vita di un giovane e lasciato un quartiere intero sotto shock.
Secondo gli inquirenti, alla base di tutto ci sarebbe la rabbia per soldi trattenuti e non restituiti, frutto di truffe a danno di persone anziane. Una dinamica che restituisce l’immagine di un contesto difficile, fatto di violenze e sopraffazioni, dove le liti per denaro diventano regolamenti di conti mortali. Un incontro chiarificatore che si è trasformato in omicidio, portando Secondigliano e San Marco Evangelista sulle pagine della cronaca nera. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni per chiarire ogni dettaglio e definire tutte le responsabilità di questa storia che racconta, ancora una volta, un sottobosco criminale pronto a esplodere in violenza anche per poche centinaia di euro.
Posta un commento
0Commenti