L’abbattimento della Vela Gialla di Scampia rappresenta un passaggio epocale per il quartiere della periferia nord di Napoli, una svolta che simboleggia il cambiamento e il riscatto di un’intera comunità. Questa mattina, alle 10:16, le macchine operatrici sono entrate in azione per demolire uno degli edifici più noti della zona, considerato a lungo il simbolo di degrado e marginalità, ma anche di resistenza e lotta sociale. Sullo sfondo, tra polvere e rumore, campeggiavano due striscioni emblematici: “Ciao Bella Ciao” e “Cosa vuole Scampia? Tutto”, messaggi chiari di un territorio che chiede un futuro diverso, fatto di case sicure, servizi e opportunità.
Il percorso verso questo momento è stato lungo e tortuoso. La Vela Gialla, costruita alla fine degli anni ‘70 e occupata subito dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, era una delle ultime rimaste in piedi di un complesso abitativo che avrebbe dovuto rappresentare l’architettura del futuro, ma che si è trasformato in uno dei più discussi esempi di fallimento urbanistico in Italia. Insieme alla Vela Rossa, ancora in piedi ma destinata a essere abbattuta, era tra le ultime testimonianze di un’idea di edilizia residenziale pubblica che si è rivelata inadeguata e disumanizzante. Il progetto “Restart-Scampia”, avviato nel 2016 e rimasto a lungo bloccato, ha ripreso velocità dopo il tragico crollo del ballatoio nella Vela Celeste nel luglio scorso, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre undici. Quella tragedia ha acceso i riflettori sulla necessità impellente di accelerare i processi di demolizione e riqualificazione dell’area, e oggi, con l’abbattimento della Vela Gialla, quel percorso diventa realtà.
Alla cerimonia di inizio demolizione erano presenti il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, insieme ad altri rappresentanti istituzionali, ma soprattutto c’erano i cittadini, coloro che hanno vissuto per decenni in quelle strutture e che hanno combattuto per vederle scomparire, con la speranza che al loro posto nasca qualcosa di nuovo e migliore. “Oggi è veramente una bella giornata”, ha dichiarato il primo cittadino. “Abbiamo rispettato i tempi e questo è un segnale importante. Ma il punto non è solo abbattere, è fondamentale anche ricostruire”. Il piano prevede infatti la costruzione di nuovi alloggi, con la promessa di iniziare a consegnarli entro un anno. Un obiettivo ambizioso, che rappresenta la volontà di trasformare Scampia da simbolo di disagio a esempio di rigenerazione urbana.
Il Comitato Vele di Scampia, che ha lottato per anni per la demolizione di queste strutture, ha celebrato questo momento come una vittoria storica. Nel loro post su Facebook, hanno scritto: “È nu juorno buono! Scampia vuole tutto! Abbiamo salutato la Vela Gialla, la sede storica del Comitato Vele, con lo striscione ‘Ciao bella, ciao’. Una battaglia per la dignità e il riscatto del nostro quartiere è giunta al termine, ma ora bisogna guardare avanti: lavoro, servizi, cultura, presidi sanitari. Scampia merita tutto!”. Un messaggio chiaro che va oltre la demolizione: il quartiere non vuole più essere ricordato solo per la sua immagine cinematografica e giornalistica legata alla criminalità, ma per il cambiamento che i suoi abitanti stanno costruendo giorno dopo giorno.
La demolizione delle Vele rappresenta un passaggio simbolico importante, ma non è sufficiente da sola a trasformare il destino del quartiere. La riqualificazione deve proseguire con la realizzazione di nuove abitazioni, la creazione di spazi pubblici vivibili, l’apertura di scuole, centri culturali e servizi che possano garantire ai residenti una qualità della vita pari a quella di qualsiasi altro cittadino napoletano. L’abbattimento della Vela Gialla è quindi solo l’inizio di un processo più ampio, che richiede impegno da parte delle istituzioni ma anche un coinvolgimento attivo della comunità locale.
Negli ultimi anni, Scampia ha già mostrato segnali di cambiamento: il quartiere ospita il più grande polo universitario della città, il complesso di ingegneria della Federico II, e diverse associazioni lavorano quotidianamente per offrire ai giovani alternative alla strada. Tuttavia, la strada è ancora lunga e piena di sfide. Il rischio è che, senza un piano urbanistico ben strutturato e un adeguato investimento nelle infrastrutture, la demolizione si trasformi solo in una cancellazione del passato senza un reale miglioramento per chi vive qui. Per evitare questo scenario, sarà fondamentale monitorare l’attuazione del progetto “Restart-Scampia” e garantire che alle parole seguano i fatti.
La Vela Gialla è stata per decenni il simbolo di un’architettura che ha fallito nel suo scopo di offrire una vita dignitosa ai suoi abitanti. Oggi, la sua demolizione è un atto di chiusura con il passato e di apertura verso un futuro ancora tutto da costruire. Il rumore delle pinze meccaniche che sgretolano il cemento è il suono di una nuova speranza, di una Scampia che non si arrende e che continua a lottare per un domani migliore.
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