Stamattina, nell’area del cantiere delle Vele in viale della Resistenza a Scampia, si è tenuta una conferenza stampa organizzata dal Comitato Vele. Questo evento, annunciato con determinazione dagli attivisti, ha rappresentato un momento cruciale per ribadire un secco "no" al cosiddetto modello Caivano e per sottolineare la centralità di un approccio diverso nella gestione delle periferie italiane.
Secondo quanto dichiarato dal Comitato Vele, l’attuale governo, guidato da Giorgia Meloni, starebbe cercando di appropriarsi del successo dello svuotamento delle Vele, un risultato che invece affonda le sue radici in oltre tre decenni di lotte locali. “La presidente del consiglio sembra dimenticare che se oggi le Vele stanno per essere abbattute e sostituite da nuovi alloggi dignitosi, il merito è di chi a Scampia ha lavorato instancabilmente per anni, sfidando governi, amministrazioni e dispositivi di sicurezza,” hanno sottolineato gli attivisti in una nota ufficiale.
La storia delle Vele è lunga e complessa, ma ciò che emerge con forza dalle parole del Comitato è il rifiuto di un approccio calato dall’alto, fatto di interventi spot e di una crescente militarizzazione delle periferie, come avvenuto nel caso di Caivano. Gli attivisti sottolineano come il loro modello si basi su una lotta collettiva e partecipativa, che ha permesso di portare avanti richieste e soluzioni concrete per il territorio.
“Abbiamo costruito un modello dal basso, basato sull’ascolto e sulla comprensione reale delle esigenze delle periferie,” prosegue la nota del Comitato. “Un modello che non impone militarizzazioni o interventi emergenziali ma che, al contrario, mira a un cambiamento strutturale, duraturo e condiviso.”
Il processo che ha portato allo svuotamento delle Vele e che oggi getta le basi per la costruzione di nuovi alloggi non è stato né semplice né rapido. Dietro questo risultato ci sono anni di mobilitazioni, di confronto con le istituzioni e di resistenza alle tante difficoltà incontrate lungo il cammino. Il Comitato Vele ha saputo unire la comunità locale intorno a un obiettivo comune, trasformando un simbolo di degrado in una promessa di rinascita.
Tuttavia, gli attivisti non intendono fermarsi. Oltre a ribadire il rifiuto al modello Caivano, che viene visto come un esempio di gestione autoritaria e superficiale delle periferie, il Comitato Vele guarda al futuro con determinazione. Sabato 1 febbraio, annunciano, si terrà un’assemblea pubblica presso l’Università di Scampia, un’occasione per rilanciare la mobilitazione e per rafforzare il legame con altre realtà territoriali che condividono la stessa visione di lotta.
Tra queste, il Quarticciolo di Roma rappresenta un esempio significativo di come diverse comunità possano unirsi contro le politiche ritenute oppressive e inefficaci. L’assemblea, organizzata insieme alla rete “A pieno regime – contro il ddl 1660”, mira non solo a contrastare il modello Caivano ma anche a opporsi a quella che gli attivisti definiscono una “deriva autoritaria” del governo.
La battaglia del Comitato Vele non riguarda solo la costruzione di nuovi alloggi o il miglioramento delle condizioni di vita a Scampia. È una battaglia più ampia, che punta a ridare dignità alle periferie, a promuovere un lavoro dignitoso e a costruire un modello di sviluppo che parta dalle comunità stesse.