La voragine del Vomero ha catturato l'attenzione del pubblico sul problema annoso del dissesto stradale a Napoli. Nell'alba di ieri, in via Morghen, la strada è sprofondata inglobando due vetture e diversi alberi, con quattro feriti e diverse famiglie sgomberate. La paura è stata tanta, così come i disagi riguardanti sia la circolazione stradale, sia l'interruzione del servizio idrico in buona parte dell'area collinare.
Purtroppo non è un caso isolato. Solo nel Vomero, nell'ultimo mese si sono verificati ben cinque episodi di rottura della rete fognaria, che hanno provocato smottamenti, voragini e sgomberi temporanei per messa in sicurezza. Dall'area tra via Manzoni e via Caravaggio e via Consalvo, passando per via Campegna e via Solimena, quasi tutto il quartiere è stato coinvolto. È già iniziato il solito stucchevole rimpallo di responsabilità tra sindaci vecchi e nuovi, ma il problema resta.
Solo parlando di
Secondigliano, basterebbe pensare
all'enorme voragine che ha colpito il
Perrone nel mese di aprile dello scorso anno, con la strada chiusa al traffico veicolare per sei mesi. Oppure, tornando indietro fino al dicembre del 2012, in
Piazza Regina Elena a Miano la strada è sprofondata inghiottendo una vettura. Tutto ciò senza dimenticare ovviamente la terrificante
strage del Quadrivio con le sue 11 vittime.
Il problema è sempre quello: la carenza di manutenzione. Nella nostra città si fa sempre tutto "a vanvera", non si programma nulla. Si va avanti alla bell'e meglio, mentre le strade continuano a crollare e ci si chiede ancora il perché. Sotto pedoni, auto e moto e tutto il resto c'è solo una cosa: il vuoto. Le condotte idriche sono deboli e basta un piccolo cedimento per sfiorare la tragedia, e talvolta incappare nella stessa.
E noi siamo qua a chiederci perché succedano ancora certe cose, se sia possibile o meno evitare determinati disastri territoriali. La risposta è senz'altro positiva e parte dalla mancanza di una programmazione seria. In un'epoca contrassegnata dalla tecnologia sempre più avanzata, non possiamo camminare con il rischio che crolli la terra sotto i nostri piedi.
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