Nel mondo del crimine automobilistico, una volta il "cavallo di ritorno" rappresentava un affare lucroso per i ladri. Tuttavia, i tempi sono cambiati e sempre meno vittime di furti d'auto sono disposte a pagare per riavere indietro la propria vettura.
Le richieste esose e il timore di conseguenze legali, uniti al crescente ricorso a polizze assicurative furto e incendio, hanno trasformato la famigerata telefonata per il "cavallo di ritorno" in un'opzione sempre meno accettabile per molti. I danni considerevoli inflitti alle auto per il mancato pagamento del "cavallo di ritorno" sono all'origine di una nuova tattica dei malviventi: il "piano di riserva". Questo piano prevede il recupero dell'auto in condizioni praticamente irriconoscibili, un gesto di vendetta che funge anche da monito per le future vittime.
Da inizio 2024, decine di auto sono state ritrovate in strada a Melito, Arzano, Secondigliano e Casoria, alcune letteralmente sventrate e prive di parti fondamentali come portiere, sedili e bagagliaio. I danni inflitti superano spesso di gran lunga la cifra richiesta per il "cavallo di ritorno", dimostrando la determinazione dei ladri nel far valere il loro potere e infliggere perdite significative agli ignari proprietari.
Secondo quanto riportato da InterNapoli, la Campania si conferma al primo posto tra le regioni italiane per numero di furti d'auto, con ben 25mila denunce nell'ultimo anno. Seguono Lazio, Puglia e Sicilia, ma è importante notare che questi numeri potrebbero sottostimare l'entità reale del problema, considerando che molti furti potrebbero non essere denunciati.
I proprietari di auto sono tenuti ad agire con la massima sicurezza e attenzione, mentre le autorità competenti devono sostenere ulteriori sforzi per contrastare i furti d'auto e garantire le condizioni di sicurezza ai cittadini. Prevenzione e azione penale devono andare di pari passo per fronteggiare una minaccia crescente e tutelare i cittadini da qualsiasi attacco da parte dei malviventi.
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