I Vicoli Censi racchiudono una delle aree più caratteristiche del centro storico di Secondigliano. Ecco cosa bisogna sapere su una zona iconica del nostro quartiere.
Foto tratta da PeriferiamoNews |
Il toponimo Vicoli Censi è intriso di storia e tradizione, radicato in antiche pratiche medievali legate al concetto di "censo riservativo". Questa denominazione si riferisce a un pezzo di suolo riservato a coloro che vendevano le proprie terre, seguendo una consuetudine medievale. In particolare, a Secondigliano, oltre ai censi comuni vicini a via Arco e alla stazione dei carabinieri, si trovano anche quelli derivati dalla divisione di un vasto terreno appartenente alla famiglia nobiliare Brancia, il cui palazzo storico è ancora visibile in via Arco.
Oggi, nell'area in questione emergono toponimi che riflettono gli elementi caratteristici del tessuto socio-economico dell'antica Secondigliano. Luoghi come piazzetta del Lino e via Tessitori di Seta, oltre a largo Macello (poi dedicato a Padre Gaetano Errico), testimoniano l'importanza di attività come la lavorazione del lino, della canapa e della seta, che facevano parte integrante della vita quotidiana nel Quattrocento. In quel periodo, Secondigliano si distingueva, insieme ad altri 42 casali di Napoli, per la produzione di tali materiali tessili che venivano poi inviati nel cuore della città.
Non solo tessuti, ma anche prodotti della terra come frumento, frutta, vino e derivati venivano lavorati nelle masserie locali e contribuivano alla sussistenza degli abitanti del casale. Ogni casale aveva il proprio macello, e prodotti come latte, formaggi e carne trovavano spazio nei mercati cittadini.
Le immagini degli anni '70 nei Vicoli Censi raccontano una storia di degrado, ma anche di umanità. In quelle stradine strette strette, si respirava un'atmosfera familiare, nella quale tutti si conoscevano e si sostenevano reciprocamente. Il Centro Giovanile Secondigliano, guidato dall'indimenticabile Padre Salvatore Izzo, superiore generale dei Sacri Cuori scomparso nel 2013, ha svolto un ruolo fondamentale nel documentare e censire gli abitanti di quei vicoli, preservando così un importante capitolo della storia del quartiere.
Chi ha vissuto in quei vicoli ne conserva un ricordo indelebile. Le strade sono state il teatro di un'infanzia meravigliosa, dove i giochi contribuivano a costruire amicizie solide e a trasmettere valori che, purtroppo, col passare del tempo, si sono in parte persi. Quei vicoli, nonostante il degrado, sono stati testimoni di una comunità che, unita dalla semplicità della vita di strada, ha forgiato legami umani autentici e duraturi.
Ecco altre foto tratte da PeriferiamoNews.
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