Hanno 16 e 17 anni gli assassini di Francesco Della Corte, la guardia giurata uccisa con i piedi di un tavolo, mentre stava chiudendo i cancelli della stazione della metropolitana di Piscinola. Volevano rubargli la pistola che sarebbe servita per compiere una rapina.
L’indignazione non è mai tanta per l’età di chi ha massacrato un uomo che stava semplicemente facendo il suo lavoro, per la brutalità dell’azione. Non può bastare però un post, una fiaccolata o l’ormai quasi sterile polemica anti-Gomorra, quando vengono meno due pilastri come la scuola e la famiglia e a questi ragazzi non si dà un’opportunità di una vita diversa. Perché sappiamo bene che i tre, ora finiti nel carcere di Nisida, purtroppo non sono i soli ad aver scelto la strada sbagliata.
Mentre ringraziamo la polizia per il grande lavoro svolto, non basta la rabbia del momento, l’indignazione di un click. Bisogna subito mettere insieme le forze sane per fare rete oltre l’emergenza sempre più preoccupante e porsi qualche domanda sulle troppe assenze di quei pilastri venuti ancora una volta meno.
di Luca Saulino
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