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La vita è una continua scoperta, un insieme di colpi di scena, un paracadute con il quale c’è chi si lancia con la speranza di trovare un atterraggio morbido. Ma poi ci sono i lividi a ricordare che non tutto è come sembra, che si vive per far del bene, ma nello stesso tempo non si può non tenere conto di quell'istinto di sopravvivenza che leghiamo stretto a noi fin dalla nascita.
Agosto 2017. Continuano ad arrivare sbarchi clandestini dalle coste libiche, nonostante l’opinione pubblica abbia sempre parlato forte e chiaro: non è il momento di sperimentare la convivenza multirazziale nella nostra società. Non ci sentiamo pronti, non abbiamo mezzi a sufficienza per tutti. Eppure ad ogni angolo delle strade si incontrano persone provenienti da luoghi disagiati, che hanno ancora la paura negli occhi per aver rischiato grosso, accantonati tutti insieme come merce di scambio su una piccola nave.
Non siamo razzisti, ci dispiace per la loro sorte. Ma amiamo avere cura della nostra patria, della nostra cultura, di noi stessi, e chi ci accusa di essere tali sta solo cercando di assicurarsi un alibi per i loro loschi piani. Ce lo hanno insegnato fin da bambini che bisogna essere tutti fratelli, nonostante il colore della pelle. Infatti, se il nostro stato avesse la premura di dare un sostegno prima a noi e poi alle persone sfortunate intervenendo direttamente sulle loro regioni, il problema sarebbe in buona parte risolto. Di conseguenza, ci sarebbero meno bambini annegati, meno suicidi di padri di famiglia che non arrivano a fine mese.
In questi giorni si è accesa una forte polemica perché nei pressi di Casavatore sono stati consegnati degli appartamenti compresi di acqua e luce a circa 120 immigrati. Naturalmente le persone del posto non sono d’accordo, perché nessuno ha mai dato loro un sostegno nel momento del bisogno. C’è qualcuno che sostiene di aver dormito per mesi interi nelle auto con i figli a carico.
La solidarietà è per tutti. Eppure, di recente sembrano esserci delle preferenze nei confronti degli immigrati, a tal punto da porci di fronte ad un enorme quesito: tutta questa generosità nei confronti degli immigrati ha un secondo fine? Una possibile risposta ci viene data da alcuni partiti che sostengono che l’immigrazione è il grande business di una serie di cooperative e alberghi che hanno fatto la loro fortuna. In altri termini, c’è chi specula, chi si arricchisce sulla pelle altrui e a nostro discapito.
Dunque, è chiaro che non si vive bene in questo clima di forti tensioni. Senza rendercene conto, sembriamo tutti degli sfollati in cerca di un riparo, pronti a calpestarci gli uni con gli altri. Perché quell'istinto di sopravvivenza innato, ed anche l’unico del quale ci possiamo fidare veramente ci nutre di egoismo forzato, fino a farci urlare contro lo stato e al mondo intero: "si salvi chi può!"
di Beatrice Gentile
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