Fino al 1926, durante l'epoca del Fascismo, Secondigliano era un comune a sé stante. Anzi, in realtà era uno dei tre Casali della zona, insieme a quelli di Lanciasino e Capodichino. Quindi, è stato unito al comune di Napoli insieme all'area corrispondente all'attuale Scampia. Dopo poco più di 90 anni, sembra che stia per cambiare qualcosa.
Il consigliere della VII Municipalità Pasquale Esposito ha lanciato una proposta sulla sua pagina Facebook. L'idea è quella di fare in modo che si ritorni alle origini. O meglio, che Secondigliano si distacchi da Napoli e torni a camminare con le proprie gambe. Ad agire in piena autonomia. Certo, l'iter burocratico per intraprendere un percorso di questo genere sarebbe molto lungo, ma l'idea-provocazione ha già colto nel segno.
Nel corso degli ultimi giorni, non si è parlato d'altro. Anche sulla nostra pagina abbiamo scelto di discutere sull'argomento, lanciando un sondaggio sull'ipotesi di "fuga da Napoli". Hanno risposto poco circa 25 lettori. Non molti, ma quanto bastano per farci capire che il nostro quartiere è diviso. Circa il 50% auspica un ritorno di Secondigliano come comune, mentre il restante 50% preferisce andare avanti così.
C'è chi non vuole andare via perché aspetta la metropolitana, chi ha paura del futuro e teme possibili amministratori poco competenti, per non dire altro. Ci sono anche persone che preferiscono la secessione, in aperto contrasto contro il sindaco attuale e critiche nei confronti di un degrado apparso sempre più lampante.
E voi cosa preferite? Secondigliano quartiere o comune?
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