Un grave incidente sul lavoro ha scosso Fuorigrotta nella mattinata di oggi, giovedì 7 agosto, quando un operaio di 37 anni è precipitato da un’altezza di circa sei metri mentre era impegnato in lavori di ristrutturazione sulla facciata di un palazzo in via Fermariello. L’uomo, secondo le prime informazioni disponibili, stava operando su un’impalcatura montata al civico 17, quando per cause ancora in fase di accertamento ha perso l’equilibrio ed è caduto nel vuoto, impattando violentemente al suolo. Immediato l’arrivo dei soccorsi: i sanitari del 118 lo hanno stabilizzato sul posto e trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli, dove è giunto in codice rosso. Nonostante le gravi condizioni, i medici hanno comunicato che non sarebbe in pericolo di vita. Le indagini sull’accaduto sono affidate ai carabinieri, intervenuti sul luogo dell’incidente per effettuare i rilievi tecnici e raccogliere le testimonianze utili a ricostruire con precisione la dinamica dei fatti. Si cerca di comprendere se siano stati rispettati i protocolli di sicurezza previsti nei cantieri edili e se l’operaio fosse correttamente imbracato al momento della caduta. Le verifiche dovranno anche chiarire se i dispositivi individuali di protezione fossero adeguati e se vi siano state negligenze o omissioni da parte del datore di lavoro o di altri soggetti coinvolti nell’organizzazione del cantiere.
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Foto Il Mattino |
L’episodio accende nuovamente i riflettori sulla questione, tutt’altro che risolta, della sicurezza sul lavoro. Napoli, come molte altre città italiane, continua a essere teatro di incidenti che colpiscono lavoratori impiegati in contesti ad alto rischio come l’edilizia. Il cantiere di via Fermariello si aggiunge così all’elenco dei luoghi di lavoro in cui si verificano cadute, lesioni e in alcuni casi decessi, troppo spesso evitabili se solo si rispettassero con maggiore rigore le norme di prevenzione. La caduta del 37enne segue di poche settimane la tragedia avvenuta al Rione Alto, dove tre operai – Luigi Romano, Vincenzo Del Grosso e Ciro Pierro – sono morti precipitando da un cestello mobile. Una vicenda che ha suscitato dolore e indignazione in tutta la città e che non ha ancora trovato una risposta concreta in termini di controlli e sanzioni.
L’ennesimo incidente a Fuorigrotta rafforza la percezione di un’emergenza costante che riguarda non solo le condizioni materiali dei cantieri, ma anche l’organizzazione del lavoro, la formazione degli operai, la vigilanza sul rispetto delle norme e la cultura della sicurezza, che in troppi casi sembra ancora assente o trascurata. Non è la prima volta che il quartiere occidentale della città registra episodi simili, come confermano anche i dati diffusi recentemente dall’Inail e da vari osservatori regionali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La dinamica dell’incidente sarà probabilmente chiarita nei prossimi giorni, ma resta il fatto che un altro lavoratore ha rischiato la vita in circostanze che, nella maggior parte dei casi, non dovrebbero verificarsi se i dispositivi di protezione e le misure di sicurezza fossero applicati con precisione e continuità.
L’opinione pubblica, purtroppo abituata a leggere notizie di questo tipo, sembra ormai anestetizzata di fronte alla frequenza con cui si registrano cadute da impalcature, crolli di ponteggi, infortuni gravi e decessi nei cantieri. Le famiglie dei lavoratori, invece, continuano a vivere ogni giornata di lavoro come una potenziale minaccia. E mentre le indagini fanno il loro corso e le autorità si muovono per chiarire quanto accaduto in via Fermariello, resta aperto il problema sistemico di un comparto troppo spesso lasciato senza i controlli adeguati. È auspicabile che non solo si faccia chiarezza sulle eventuali responsabilità legate a questo episodio specifico, ma che si colga l’occasione per ripensare l’intera strategia di prevenzione e vigilanza. Perché la sicurezza non può continuare a essere una variabile accessoria dell’organizzazione del lavoro, ma deve diventare un punto fermo, irrinunciabile e centrale. Anche a Fuorigrotta. Anche a Napoli. Anche in ogni altro quartiere dove, ogni giorno, qualcuno sale su un ponteggio senza sapere se scenderà con le proprie gambe.
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