Un weekend di terrore ha sconvolto Secondigliano. Prima l'esplosione di una bomba contro uno storico tarallificio del corso principale, poi l'agguato al Perrone. Non sono semplici episodi di cronaca, ma un attacco diretto al cuore pulsante del quartiere, alla sua economia, alla sua gente.
Questi atti criminali rappresentano un tentativo spregevole di riportare il territorio sotto la cappa dell'intimidazione e della paura. Ma Secondigliano non è solo terra di camorra. È il quartiere dei commercianti che alzano la saracinesca all'alba, delle famiglie che mandano i figli a scuola sognando un futuro migliore, dei cittadini che ogni giorno si guadagnano il pane con dignità.
Il silenzio ora sarebbe complicità. Ogni cittadino, ogni commerciante, ogni padre e madre di famiglia deve alzare la voce. La denuncia non è un atto di coraggio, ma un dovere civico. Non possiamo permettere che il quartiere torni ostaggio della criminalità, che i nostri figli crescano nel terrore, che il lavoro onesto venga soffocato dal racket.
Le istituzioni devono garantire presenza costante e sicurezza. Ma è la comunità tutta che deve fare quadrato, rifiutare ogni forma di connivenza, isolare chi semina violenza. Secondigliano non si piega, non china la testa. Il tempo della paura è finito. O ci mobiliteremo tutti, o saremo tutti complici.
Il Graffio Secondiglianese
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