Un episodio che lascia sgomenti, tanto per il gesto quanto per il contesto in cui si è verificato. È accaduto nelle scorse ore a bordo di un autobus ANM in servizio a Secondigliano, precisamente lungo via delle Galassie, dove un uomo anziano, in evidente stato di disagio e presumibilmente con disturbi psichici, ha defecato sull’automezzo sotto gli occhi increduli dei passeggeri e del conducente. Il fatto è stato documentato con un breve video che, diffuso da un collega dell’autista coinvolto, è giunto sulla scrivania del deputato Francesco Emilio Borrelli, esponente di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha ritenuto opportuno rendere pubblica la vicenda come testimonianza delle gravi condizioni in cui quotidianamente operano i lavoratori del trasporto pubblico napoletano. Il filmato, rilanciato anche sui social, non mostra solo un atto di degrado estremo, ma diventa simbolo di un disagio più ampio, che coinvolge non solo le condizioni materiali in cui si svolge il lavoro degli autisti, ma anche la mancanza di qualsiasi rete di protezione per le persone fragili, spesso invisibili, che attraversano ogni giorno le strade, le piazze, i mezzi pubblici della città.
A parlare è lo stesso operatore ANM, che affida al video un messaggio rivolto ai cittadini e alle istituzioni: “Questo è quello che accade sui nostri autobus dell’ANM. È capitato oggi a un mio collega, a via delle Galassie a Secondigliano. Tutti devono vedere come viviamo la giornata noi autisti.” Parole che raccontano una quotidianità fatta di ostacoli, di imprevisti, di situazioni che esulano dal ruolo previsto per chi guida un autobus e che invece diventano, ogni giorno di più, parte integrante del lavoro. Non si tratta solo di guasti, ritardi o traffico. Da tempo, per chi lavora nel trasporto pubblico, a Napoli e in altre grandi città, fare il proprio dovere significa anche fronteggiare emergenze sociali che si consumano silenziosamente, senza interventi strutturali da parte delle istituzioni.
L’episodio ha suscitato un immediato commento da parte del deputato Borrelli, che ha voluto sottolineare la portata simbolica della vicenda: “Siamo davanti all’ennesimo episodio che racconta meglio di mille parole le condizioni in cui sono costretti a lavorare quotidianamente gli operatori del trasporto pubblico. Ci sono lavoratori che ogni giorno, con senso del dovere, affrontano situazioni indegne: minacce, aggressioni, vandalismo, e in casi come questo anche emergenze sanitarie e sociali che non dovrebbero ricadere su di loro.” Un quadro preoccupante che, secondo l’esponente di AVS, non può più essere ignorato. L’episodio avvenuto a Secondigliano rappresenta infatti una fotografia chiara del presente di una città dove le fragilità, se non gestite, si trasformano in emergenze quotidiane che coinvolgono l’intera collettività.
Il racconto dell’autista e la denuncia del parlamentare puntano a richiamare l’attenzione delle istituzioni cittadine, regionali e sanitarie su un problema che non può essere liquidato con la semplice pulizia dell’autobus o con la rimozione del soggetto protagonista dell’accaduto. Il disagio psichico, l’emarginazione, la povertà estrema sono ormai parte integrante del tessuto urbano, ma ancora non affrontati con strumenti adeguati. “Ma questo episodio dice anche altro: racconta la miseria, l’abbandono, il disagio psichico non assistito – ha proseguito Borrelli –. Ci sono decine di persone che vivono ai margini, fragili, sole, e che finiscono per diventare un problema per sé stesse e per la comunità. Se non si investe in servizi sociali e prevenzione, continueremo a vedere scene di questo tipo.”
Non si tratta, quindi, solo di tutelare i lavoratori del trasporto pubblico, sebbene sia chiaro che questi ultimi abbiano bisogno di maggiore protezione, formazione e supporto. Si tratta anche di un’assunzione collettiva di responsabilità che chiama in causa l’intero sistema sociale e sanitario. Il degrado che si manifesta in forma estrema all’interno di un autobus è solo la punta di un iceberg che riguarda il crescente numero di cittadini che vivono senza alcun tipo di assistenza, in condizioni di estrema vulnerabilità, spesso invisibili fino al momento in cui la loro condizione esplode in modo drammatico nel cuore della vita urbana. “Chiediamo all’ANM di garantire maggiore tutela ai suoi lavoratori – ha concluso Borrelli – ma chiediamo anche al Comune e alle ASL un piano concreto di presa in carico delle persone fragili, perché nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni. Né i cittadini, né gli utenti del trasporto pubblico, né chi ha perso la bussola e viene lasciato per strada a degradare lentamente nell’indifferenza generale.”
Il caso avvenuto in via delle Galassie, a Secondigliano, riporta al centro del dibattito pubblico il tema del degrado urbano e della necessità urgente di politiche sociali capaci di prevenire, gestire e ridurre il disagio. In assenza di interventi, il rischio è che simili episodi si moltiplichino, generando ulteriore tensione, alimentando la percezione di insicurezza e lasciando sempre più soli sia i lavoratori dei servizi pubblici che i cittadini più vulnerabili. La città che vuole guardare al futuro ha bisogno di più cura, più ascolto, più reti di protezione. Un autobus pubblico non può diventare lo scenario di tragedie sociali ignorate. E un conducente non può essere lasciato solo ad affrontarle.
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