Riaperto il Parco San Gaetano Errico dopo lavori da 500mila euro. Un gioiello verde nel quartiere, peccato che brilli solo fino alle 20, anche d'estate. Perché quando il sole è ancora alto e le temperature invitano alla passeggiata serale, il parco abbassa le serrande come un negozio di alimentari in pausa pranzo.
I custodi? Merce rara come i tartufi bianchi. Evidentemente l'amministrazione comunale ritiene che per sorvegliare un polmone verde bastino due o tre anime pie, possibilmente dotate del dono dell'ubiquità.
Le giostre? Qualcuna in più non avrebbe guastato, ma forse nel budget da mezzo milione non c'era spazio per un'altalena supplementare. D'altronde, cosa sono i divertimenti dei bambini di fronte alla grandiosità di un taglio del nastro?
Campetti sportivi, area fitness e area cani: tutto presente, tutto funzionante. Il verde? Poteva essere più curato, ma non si può avere tutto dalla vita, no?
Il vero capolavoro è il laghetto: un'opera d'arte concettuale che rappresenta la siccità in Sahara. Senza acqua, abbandonato come le promesse elettorali il giorno dopo lo spoglio. E poco distante, il campetto di bocce, ridotto a monumento al degrado, forse in attesa di essere dichiarato patrimonio dell'UNESCO nella categoria "rovine contemporanee".
Insomma, il solito approccio all'italiana: facciamo le cose, ma facciamole a metà. Come un pranzo di Natale dove dopo l'antipasto e il primo piatto la famiglia annuncia: "Per il secondo e il dolce tornate l'anno prossimo".
Mezzo milione di euro per un parco a mezzo servizio. Nel frattempo, i cittadini ringraziano per quel che c'è, abituati ormai a brindare con un bicchiere mezzo pieno. O mezzo vuoto, come il laghetto del parco.
Il Graffio Secondiglianese
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