Un forte boato ha squarciato il silenzio nella notte scorsa lungo il corso Secondigliano, svegliando di soprassalto centinaia di residenti e seminando il panico in tutta l’area. L’esplosione si è verificata nei pressi del civico 568, proprio davanti allo storico panificio e tarallificio Picardi, attività molto conosciuta e radicata nel quartiere da oltre quarant’anni. La deflagrazione è stata talmente intensa da essere udita chiaramente anche a distanza, fino alla zona di Miano. Diversi cittadini, preoccupati, si sono affacciati dai balconi o sono scesi in strada, in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine.
Sul posto sono intervenuti in pochi minuti i carabinieri della stazione locale, accompagnati dalle squadre dei vigili del fuoco e dagli artificieri del comando provinciale di Napoli. L’area è stata immediatamente transennata per permettere le operazioni di messa in sicurezza e di bonifica. I pompieri hanno provveduto a domare le fiamme divampate a seguito dell’esplosione, evitando che l’incendio si propagasse ulteriormente. Gli artificieri, invece, hanno lavorato per ore al fine di escludere la presenza di ulteriori ordigni e garantire l’incolumità della zona. Le prime verifiche hanno confermato danni gravi sia alla saracinesca che alla parte interna del panificio, mentre anche alcune abitazioni e attività commerciali vicine sono rimaste parzialmente coinvolte nell’onda d’urto.
Secondo le ricostruzioni iniziali, l’origine dell’esplosione sarebbe da attribuire a un bidone contenente esplosivo, posizionato intenzionalmente davanti all’ingresso dell’esercizio. Gli inquirenti, che al momento non escludono alcuna pista, stanno indagando per comprendere la natura dell’evento, valutando le ipotesi che vanno dal gesto intimidatorio alla matrice estorsiva. Non si registrano feriti, ma la paura tra i residenti resta alta, così come la preoccupazione tra i commercianti del quartiere.
Nella mattinata successiva, l’intera area antistante al panificio è risultata recintata e la saracinesca completamente divelta. Si può ben notare la violenza della deflagrazione, che ha prodotto evidenti segni di bruciature anche sull’asfalto. Alcuni residenti riferiscono che in passato il quartiere non era nuovo a episodi simili, soprattutto in concomitanza con l’arrivo dell’estate, periodo in cui, secondo le parole ricorrenti nei rapporti investigativi, “le richieste di pizzo si intensificano”. A conferma di ciò, alcune fonti investigative parlano di un rinnovato attivismo del gruppo della Vanella Grassi, che nelle ultime settimane starebbe esercitando pressioni su diverse attività commerciali della zona.
I titolari del panificio Picardi, ascoltati dai carabinieri per raccogliere sommarie informazioni, hanno riferito di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive recenti. La loro attività, rinomata per la produzione del tradizionale pagnottiello napoletano e per la qualità dei taralli artigianali, è considerata un punto di riferimento per i residenti. Il fatto che un locale con tale rilevanza sia stato preso di mira ha suscitato sgomento e solidarietà da parte di molti cittadini, che già nella mattinata di domenica si sono recati sul posto per esprimere vicinanza ai titolari.
Nonostante l’assenza di comunicazioni ufficiali, l’ipotesi che l’esplosione sia legata a dinamiche estorsive resta plausibile. Lo scenario si inserisce in un contesto urbano in cui il controllo del territorio da parte della criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia concreta, in particolare per i piccoli imprenditori e gli esercenti che, troppo spesso, diventano bersaglio di intimidazioni. Le forze dell’ordine stanno passando al setaccio le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti lungo l’asse principale di corso Secondigliano e nelle strade limitrofe, con l’obiettivo di risalire ai responsabili dell’attentato.
Nel frattempo, l’esplosione al panificio Picardi ha riaperto un dibattito mai sopito sul tema della sicurezza nel quartiere. Molti cittadini chiedono maggiore presenza delle forze dell’ordine, investimenti sul controllo del territorio e un piano di prevenzione che possa scoraggiare nuovi episodi di violenza. La paura che l’evento possa non essere un caso isolato aleggia tra i residenti, che in molti casi hanno già vissuto episodi simili negli anni passati. A ciò si aggiunge un clima di sfiducia che rischia di isolare ulteriormente chi ha il coraggio di denunciare.
La comunità di Secondigliano si ritrova dunque ancora una volta a fare i conti con una notte di paura e con le conseguenze di un gesto che, in assenza di sviluppi nelle indagini, continua a lasciare spazio a troppe domande. Mentre si attendono aggiornamenti dalle autorità competenti, resta l’amara consapevolezza che anche un panificio, simbolo di lavoro onesto e tradizione familiare, possa finire nel mirino di chi cerca di imporre il proprio potere attraverso la violenza e la paura.
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