È stata inaugurata nella mattinata di ieri, all’interno della Casa Circondariale “Pasquale Mandato” di Secondigliano, la più grande cittadella dello sport mai realizzata in un istituto penitenziario italiano, un’opera imponente e simbolica che si inserisce nel più ampio progetto “Rigiocare il Futuro”, pensato e promosso dalle associazioni Seconda Chance e Sport Senza Frontiere. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: offrire ai detenuti nuove possibilità di crescita, inclusione e reinserimento sociale, servendosi dello sport come strumento pedagogico, formativo e rigenerativo. Cuore pulsante dell’iniziativa è una visione moderna e umana della pena, che da strumento punitivo si trasforma in occasione di riscatto, rieducazione e partecipazione. La cittadella comprende un nuovo campo da calcio e due campi da padel, oltre a strutture già esistenti, come il campo da basket, e rappresenta un laboratorio sociale all’interno delle mura di un carcere, in cui educazione, rispetto, disciplina e lavoro di squadra diventano le fondamenta di un progetto di trasformazione personale e collettiva.
L’iniziativa, realizzata grazie a una solida alleanza tra pubblico, privato e terzo settore, è sostenuta da una rete eterogenea e compatta di enti e imprese: Entain Italia, Ita Airways, Miri Spa, A.I.B., oltre al patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli – attraverso il logo ufficiale di “Napoli Capitale dello Sport 2026” – di Sport e Salute con il progetto SPORT DI TUTTI – CARCERI 2024, dell’Associazione Italiana Arbitri e dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A. Si tratta, in sostanza, di un vero e proprio esempio di sinergia strategica, in cui le competenze di ciascun attore si fondono per dare vita a un’infrastruttura che non è soltanto fisica, ma culturale e sociale. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte numerose personalità istituzionali e rappresentanti delle realtà coinvolte, tra cui Giulia Russo, direttrice del carcere “Pasquale Mandato”; Lucia Castellano, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania; Emanuela Ferrante, Assessore allo Sport e alle Pari Opportunità del Comune di Napoli; Antonio De Iesu, Assessore alla Legalità e alla Polizia Municipale; Samuele Ciambriello, Garante regionale dei detenuti; Stefano Gobbi, di Sport e Salute; Michele Affinito, Vicepresidente AIA; Andrea Faelli, CEO di Entain in Italia; Alessandro Tappa, presidente di Sport Senza Frontiere, e la giornalista Flavia Filippi, fondatrice di Seconda Chance.
L’evento inaugurale si è trasformato in una vera festa dello sport e dell’inclusione. Sul nuovo campo da calcio e nei due campi da padel si sono disputati match simbolici che hanno coinvolto ex calciatori del Napoli – tra cui Emanuele Calaiò, Gennaro Scarlato, Francesco Montervino, Roberto Carlos Sosa, Nicola Mora e Dario Marcolin – insieme ad alcuni detenuti, rappresentanti delle associazioni promotrici e dipendenti delle aziende sostenitrici. Presente anche Luca Toni, campione del mondo 2006, oggi volto simbolo di progetti sportivi a vocazione sociale. Il calcio d’inizio di una partita diventa così il fischio per una nuova possibilità: non solo muoversi, allenarsi, partecipare, ma anche riscoprirsi, ritrovarsi, credere in una vita diversa, lontana da quella interrotta dietro le sbarre.
La direttrice Giulia Russo ha spiegato come la creazione del polo sportivo all’interno del carcere si inserisca in una visione ampia di rieducazione e opportunità. Accanto all’offerta scolastica, che include scuole di ogni ordine e grado, e alla presenza del Polo Universitario con l’Università Federico II, oltre al Polo Arti e Mestieri dove si svolgono attività lavorative e formative certificate, si è voluto affiancare anche un Polo Sportivo. La comunità detenuta ha accolto con entusiasmo questa novità, mostrando un grande bisogno di socialità positiva, movimento fisico, appartenenza e rispetto delle regole. Il progetto è stato proposto anche come candidato italiano per l’Europris 2025, segno di un riconoscimento non solo nazionale ma europeo per la sua portata innovativa e il suo potenziale trasformativo.
Le parole degli attori coinvolti nel progetto convergono su un messaggio comune: lo sport, in questo contesto, non è semplicemente attività fisica, ma un linguaggio universale che educa, costruisce, ripara. Andrea Faelli, CEO di Entain in Italia, ha dichiarato che solo una rete cooperativa tra istituzioni, imprese e terzo settore può generare cambiamenti duraturi, e che lo sport è uno dei più potenti strumenti per abbattere le barriere. Sandro Pappalardo, Presidente di Ita Airways, ha sottolineato come l’adesione al progetto sia stata immediata e coerente con i valori aziendali legati alla sostenibilità sociale e alla centralità delle persone. L’Assessore Emanuela Ferrante ha parlato di un progetto che restituisce valore e dignità non solo ai detenuti ma all’intera città di Napoli, mentre Stefano Gobbi di Sport e Salute ha ribadito come l’attività sportiva possa diventare una leva per il reinserimento, l’inclusione e la costruzione di nuove prospettive di vita.
Anche l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, nella voce del suo presidente Beniamino Quintieri, ha ribadito il valore costituzionale dell’iniziativa, richiamando l’articolo 27 della Carta, che riconosce nella pena una funzione rieducativa e non punitiva. Lo sport, all’interno di un carcere, diventa quindi motore di benessere psico-fisico, rispetto delle regole, fair play, coraggio, determinazione e spirito di squadra. Michele Affinito, Vicepresidente AIA, ha poi evidenziato come la formazione arbitrale, parte integrante del progetto, possa costituire per i detenuti non solo una competenza tecnica, ma un’esperienza educativa orientata al rispetto, alla responsabilità e alla gestione dei conflitti.
Il progetto “Rigiocare il Futuro” non si ferma all’inaugurazione. A partire da giugno, nella cittadella sportiva inizieranno percorsi formativi e attività strutturate, che coinvolgeranno detenuti di diverse sezioni e profili, con un’attenzione particolare a chi ha manifestato maggiore fragilità e bisogno di reintegrazione. Il modello è chiaro: creare all’interno del carcere un ecosistema positivo in cui la pena diventi tempo utile, costruttivo, orientato al cambiamento. Seconda Chance e Sport Senza Frontiere, attraverso le parole della fondatrice Flavia Filippi e del presidente Alessandro Tappa, hanno spiegato che il progetto nasce dalla convinzione profonda che ogni persona meriti una seconda possibilità, e che lo sport – per i suoi valori intrinseci di lealtà, fatica, competizione sana, obiettivi condivisi – possa costituire la chiave di accesso a questa possibilità.
La cittadella dello sport di Secondigliano non è quindi solo cemento e reti, ma una metafora concreta di quello che il carcere può e deve diventare: non un luogo di marginalizzazione e sospensione della vita, ma uno spazio in cui imparare, allenarsi, crescere e prepararsi a un rientro nella società che sia davvero possibile, davvero sostenibile, davvero umano. La sfida è appena iniziata, ma il campo è stato tracciato, le squadre sono scese in campo, il fischio dell’arbitro ha già dato inizio alla partita più importante: quella del riscatto.