Secondigliano è un quartiere che da troppo tempo convive con una realtà difficile, soffocata da un degrado strutturale e sociale che sembra non conoscere fine. Una situazione che, giorno dopo giorno, peggiora sotto gli occhi di tutti, in un silenzio che fa ancora più rumore delle sirene che, di tanto in tanto, rompono la monotonia di strade dimenticate. Ed è proprio in questo clima di abbandono che si leva forte la voce di un cittadino, che con fermezza denuncia una condizione ormai insostenibile, lanciando un appello accorato alle autorità competenti affinché pongano fine allo scempio quotidiano a cui è sottoposta una parte importante del quartiere: l’area compresa tra via Dante, corso Italia e via Fosso del Lupo.
La sua denuncia, breve ma intensa, è lo specchio di un malcontento che cresce e che trova sempre più persone pronte a dire “basta”. Basta al degrado, basta all’illegalità, basta al senso d’impotenza. “Faccio appello alle autorità competenti rispetto allo stato in cui da decenni si trova l'area compresa tra tre strade importanti di Secondigliano, via Dante, corso Italia e via Fosso del Lupo, dove l'illegalità in tutte le sue forme e sotto tutti gli aspetti la fa da padrone, rendendo il luogo invivibile alla cittadinanza tutta. Sperando che le autorità competenti intervengano incisivamente e lo rendano vivibile ed accessibile per tutta la cittadinanza: davvero non se ne può più”, dice questo cittadino indignato. E la sua voce, pur rappresentando un’esperienza personale, è in realtà l’eco di una comunità intera che soffre e che chiede interventi urgenti.
Non si tratta soltanto di episodi sporadici di criminalità o di illegalità visibile, ma di una condizione sistemica che riguarda l’intera gestione del territorio. Nelle strade citate, e in molte altre zone del quartiere, è facile imbattersi in discariche abusive, veicoli abbandonati, marciapiedi dissestati, scarsa illuminazione pubblica e un traffico selvaggio che mette quotidianamente a rischio l’incolumità di pedoni e automobilisti. A ciò si aggiunge l’assenza cronica di controlli, che rende difficile distinguere tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. La mancanza di una presenza istituzionale percepita e tangibile contribuisce a una crescente sfiducia nelle istituzioni e alimenta un senso di isolamento e impotenza tra i residenti.
Il problema, però, non è soltanto materiale, ma anche culturale. Per troppi anni si è tollerato che queste aree venissero trattate come periferie di serie B, dimenticate nei programmi di riqualificazione e assenti dal dibattito pubblico. L’illegalità ha potuto radicarsi grazie a una prolungata assenza di risposte concrete, a una carenza di visione e di interventi strategici. Chi vive in queste strade ogni giorno è costretto a fare i conti non solo con il disagio tangibile, ma anche con la mortificazione di sentirsi cittadini invisibili. Eppure, proprio da queste strade può partire una spinta al cambiamento, se solo ci fosse la volontà politica e istituzionale di ascoltare, di agire, di ricostruire.
Secondigliano non è un quartiere perduto. È un quartiere con una storia, una dignità e un cuore pulsante fatto di persone oneste, lavoratori, studenti, famiglie che non vogliono più vivere tra immondizia, pericolo e disordine. Via Dante, corso Italia e via Fosso del Lupo non devono più essere sinonimi di degrado, ma devono tornare a essere strade vissute, sicure, presidiate, illuminate non solo da lampioni funzionanti ma anche dalla speranza. E questa speranza passa inevitabilmente per l’intervento delle istituzioni, che devono smettere di voltarsi dall’altra parte e iniziare ad ascoltare davvero chi vive il territorio ogni giorno.
Occorre un piano straordinario di riqualificazione urbana, che non si limiti a qualche intervento tampone o a qualche spot elettorale, ma che abbia una visione di lungo periodo. Serve una presenza costante delle forze dell’ordine, ma anche politiche sociali, culturali ed educative che restituiscano ai cittadini il senso di appartenenza e di responsabilità collettiva. La legalità si costruisce con la fiducia, con le opportunità, con l’esempio. Non bastano le telecamere se poi le scuole sono fatiscenti, i parchi chiusi o degradati, i giovani lasciati a loro stessi senza spazi di aggregazione. Bisogna investire su Secondigliano, non solo per contrastare l’illegalità, ma per prevenire che essa continui a riprodursi nella disperazione.
L’appello di questo cittadino non può restare inascoltato. È il grido di una comunità che vuole vivere con dignità. È una richiesta semplice, ma fondamentale: poter camminare per strada senza paura, poter vivere il proprio quartiere senza sentirsi abbandonati, poter credere che anche a Secondigliano sia possibile una vita migliore. È tempo che le autorità competenti si assumano la responsabilità di ciò che hanno ignorato per troppo tempo. È tempo di agire. Secondigliano non può più aspettare.