È stata una notte che Napoli difficilmente dimenticherà, di quelle che restano scolpite nella memoria collettiva per anni. L’aeroporto di Capodichino si è trasformato in un tempio laico del tifo e della speranza, quando poco dopo l’1.30 il volo della squadra partenopea è atterrato dopo la trasferta di Parma. All’esterno, una folla oceanica ha atteso per ore il ritorno degli azzurri, reduci da uno 0-0 ricco di tensione, ma che permette loro di mantenere il primo posto in classifica.
Migliaia di tifosi, nonostante l’ora tarda, hanno affollato l’area aeroportuale già dalle 23, armati di bandiere, sciarpe e fumogeni. Tutti presenti, come se fosse una finale, come se in quel momento la città intera volesse stringersi attorno alla propria squadra, consapevole che il traguardo è lì, a portata di mano. Ogni minuto d’attesa è stato scandito da cori, slogan, battimani e speranze gridate a gran voce. La tensione di Parma è ormai alle spalle: adesso c’è solo l’entusiasmo, la fierezza e l’attesa per ciò che potrebbe accadere tra pochi giorni.
Alle 2.00 in punto, quando il pullman con a bordo i calciatori ha lasciato lo scalo, si è sollevato un boato: un’esplosione di gioia e commozione ha attraversato la folla come un’onda. “La capolista se ne va”, gridavano in coro i tifosi, con il cuore colmo di emozioni. Nessuno voleva mancare a quell’abbraccio simbolico, a quel momento in cui Napoli ha detto grazie alla sua squadra, riconoscente per un cammino straordinario che ora si avvicina a un epilogo che potrebbe entrare nella storia.
Eppure, non è stato semplice arrivare fin qui. A Parma si è sofferto, si è lottato. Un rigore non assegnato, tante occasioni sprecate, la tensione di una gara che sembrava voler sfuggire di mano. Poi, la notizia da Milano: l’Inter, avversaria diretta, fermata sul pari da un gol della Lazio. È stato in quell’istante che la città ha ripreso a respirare, che la speranza è diventata consapevolezza: basta un ultimo sforzo.
Ora lo sguardo è tutto rivolto all’ultima giornata, quella che si giocherà al Diego Armando Maradona contro il Cagliari. Un appuntamento atteso da settimane, vissuto giorno dopo giorno con crescente tensione e aspettativa. In città, fino a oggi, si è mantenuto un profilo basso. La tradizione scaramantica ha tenuto lontani striscioni celebrativi o bandiere esposte troppo presto. Ma qualcosa è cambiato nelle ultime ore. I balconi iniziano a tingersi di azzurro, le maglie del Napoli si moltiplicano per strada, i sorrisi si fanno più larghi. L’aria ha un profumo diverso, più intenso. Si sente che qualcosa di grande può accadere.
Il Comune di Napoli, intanto, si prepara. È allo studio un piano traffico speciale per la serata dell’ultima gara, e non si esclude l’allestimento di un maxischermo in piazza del Plebiscito per permettere a tutti di vivere insieme un momento potenzialmente irripetibile. Come già accadde due anni fa, in occasione dell’ultima sfida della stagione, quando la città si fermò per celebrare un successo atteso da decenni.
Questa volta, però, c’è qualcosa di ancora più intenso. Perché la squadra è cambiata, l’allenatore è cambiato, eppure lo spirito è rimasto lo stesso: quello di una città che non smette mai di credere. Antonio Conte ha portato carattere e mentalità, ha saputo tenere il gruppo compatto anche nei momenti difficili, e oggi raccoglie il sostegno incondizionato di un popolo che ha riconosciuto nella sua guida un riferimento solido.
Il pullman, nella notte, è passato tra due ali di folla in delirio. I calciatori a bordo hanno osservato in silenzio, alcuni con gli occhi lucidi. Sapevano che quello era molto più di un semplice ritorno a casa. Era il segnale che Napoli è pronta. Pronta a scrivere un’altra pagina importante della sua storia sportiva. Pronta a gridare al mondo che il lavoro, la dedizione e la passione, quando camminano insieme, possono portare lontano.
Adesso, si contano le ore. Ogni minuto avvicina a un sogno che tutti conoscono, ma che nessuno osa ancora nominare ad alta voce. In città si sussurra, si accenna, si sorride. La parola resta sospesa nell’aria, come una promessa non detta. Ma basta guardare negli occhi dei tifosi per capire che Napoli ci crede. E lo sta facendo con tutto il cuore.