Il Don Guanella ha scritto una pagina indimenticabile nella storia del calcio giovanile italiano, conquistando la Coppa Italia Under 18 in un momento destinato a restare nella memoria collettiva della città di Napoli e del panorama sportivo nazionale. La vittoria per 2 a 1 contro una preparatissima squadra oratoriana bergamasca, maturata all’interno dello Stadio Olimpico di Roma gremito ed entusiasta, non rappresenta solo un successo sportivo. È l’affermazione di un modello educativo, sociale e umano che ha saputo unire passione, impegno e inclusione, trasformando un torneo giovanile in un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva e crescita personale. La forza di questo risultato risiede infatti nella sua dimensione simbolica: dimostra che il calcio, quando accompagnato da una progettualità seria e una guida educativa solida, può essere una formidabile leva di cambiamento.
Non è un caso che a trionfare sia stata una realtà come l’Oratorio Don Guanella di Napoli, da anni punto di riferimento per centinaia di giovani del territorio che attraverso lo sport trovano ascolto, regole, condivisione e possibilità. In un contesto spesso segnato da difficoltà economiche e sociali, il successo del Don Guanella non è solo una coppa sollevata al cielo, ma il riscatto di un’intera comunità che crede nella forza dei propri figli e li accompagna nel loro cammino di crescita. L’impresa sportiva assume quindi un valore che va ben oltre la dimensione agonistica, trasformandosi in un simbolo di speranza e fiducia nel futuro. Dietro ogni allenamento, ogni sacrificio e ogni gesto tecnico c’è una rete di educatori, volontari, famiglie e operatori che hanno investito sul potenziale umano dei ragazzi, restituendo alla città un esempio virtuoso da seguire.
Il progetto educativo-sportivo di cui questa vittoria è frutto è stato realizzato nell’ambito della Philadelphia Junior Cup | Keep Racism Out, torneo nazionale giovanile di calcio a 7 organizzato da Philadelphia, noto brand del gruppo Mondelēz International, in collaborazione con Lega Serie A e Centro Sportivo Italiano. Una competizione che ha coinvolto più di 400 oratori di tutta Italia, selezionati tra le città che ospitano squadre di Serie A Enilive 2024/2025, e che ha visto partecipare circa 5.000 giovani tra i 12 e i 14 anni, con oltre 1.800 partite giocate nell’arco di quattro mesi. Numeri impressionanti che testimoniano la portata del progetto e la sua capacità di incidere concretamente sui territori, diffondendo valori come l’antirazzismo, la solidarietà, il rispetto delle regole e la cultura dello sport come strumento di inclusione.
Il momento più alto di questa iniziativa si è vissuto mercoledì 14 maggio allo Stadio Olimpico di Roma, dove, poco prima della Finale di Coppa Italia Frecciarossa tra Milan e Bologna, si è disputata la finalissima della Philadelphia Junior Cup. In un clima da grandi occasioni, l’Oratorio Don Guanella ha affrontato l’Oratorio Verdellino in un match intenso e combattuto, chiuso con un netto 2-0 per i giovani napoletani, capaci di imporsi con grinta, tecnica e spirito di squadra. La partita, seguita da migliaia di tifosi presenti allo stadio, ha regalato emozioni autentiche e ha mostrato il volto più bello del calcio: quello che unisce, educa e costruisce legami. Al fischio finale, l’abbraccio tra i ragazzi in maglia biancoazzurra e il loro staff è stato il culmine di un sogno coltivato giorno dopo giorno, tra campi polverosi, partite difficili e sorrisi sinceri.
La cerimonia di premiazione, tenutasi direttamente sul prato dello stadio romano, ha visto protagonisti Francesco Meroni (Marketing Director di Mondelēz International Italia), Clara Simonini (Corporate Social Responsibility Lega Serie A) e Vittorio Bosio (Presidente nazionale del CSI), i quali hanno consegnato la coppa ai vincitori circondati dall’applauso caloroso di tutta la Tribuna Tevere. Emblematica è stata la partecipazione e l’entusiasmo degli altri finalisti, che hanno celebrato la vittoria del Don Guanella con grande sportività, dimostrando che l’educazione ai valori parte anche dalla capacità di riconoscere il merito altrui. Non è retorica dire che in quell’abbraccio collettivo si è vista l’essenza dello sport vero: il rispetto reciproco, l’amicizia, la condivisione di un’esperienza che lascia il segno.
Per l’Oratorio Don Guanella questa vittoria rappresenta una tappa storica, ma anche una conferma del lavoro portato avanti quotidianamente sul campo e fuori dal campo. I protagonisti di questa impresa sono ragazzi cresciuti tra mille difficoltà, che grazie allo sport hanno trovato motivazione, disciplina e senso di responsabilità. Sono ragazzi che oggi si sentono parte di un progetto più grande, che li valorizza e li mette in condizione di sognare un domani diverso. Il calcio, in questo caso, è stato molto più che un gioco: è diventato uno strumento di emancipazione e di costruzione di un’identità positiva. E Napoli, che troppo spesso è raccontata solo attraverso i suoi problemi, oggi può mostrare con orgoglio un esempio concreto di rinascita sociale, culturale ed educativa.
Il percorso del Don Guanella non si fermerà qui. Questa Coppa Italia è solo l’inizio di una nuova fase, fatta di consapevolezza e responsabilità. I riflettori dello Stadio Olimpico hanno acceso un faro su un progetto che merita attenzione, sostegno e diffusione. È fondamentale che le istituzioni, le aziende e le realtà sportive del territorio continuino ad affiancare e supportare queste esperienze, perché ogni giovane che trova un campo da gioco è un giovane che evita una strada sbagliata. L’eco di questa vittoria, che ha commosso anche chi non tifa Don Guanella, deve arrivare lontano, diventare stimolo per altri oratori, altre periferie, altri sogni in cerca di uno spazio per fiorire.
In un mondo sportivo spesso dominato da logiche economiche e individualismi, il Don Guanella ha ricordato a tutti noi che il calcio è, prima di tutto, una palestra di vita. La loro vittoria ci ricorda che investire nei giovani significa investire in un futuro migliore. E mentre la coppa brilla nel cielo di Roma, Napoli può finalmente sentirsi al centro di una bella storia, dove il talento incontra l’educazione, e la vittoria non si misura solo in gol, ma soprattutto in persone salvate, in sogni riaccesi, in comunità che si riscoprono unite. Oggi più che mai, possiamo dire che il Don Guanella non ha solo vinto una partita: ha vinto una sfida sociale, educativa e umana. E questa, forse, è la vittoria più grande di tutte.