È accaduto nel cuore del centro storico di Napoli, in via Duomo, un nuovo inquietante episodio di truffa ai danni di una persona anziana. Lo scorso 24 aprile, una donna di 83 anni è caduta vittima della cosiddetta “truffa del finto nipote”, un raggiro tanto subdolo quanto tristemente diffuso, che continua a colpire soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani soli. La dinamica è ormai nota agli inquirenti, ma nonostante l'allerta e le numerose campagne di sensibilizzazione, i truffatori riescono ancora a mettere a segno colpi che lasciano dietro di sé danni economici e psicologici enormi.
Tutto ha avuto inizio intorno a mezzogiorno, quando l’anziana, che si trovava da sola nella propria abitazione, ha ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto. Dall’altro capo della linea una voce maschile, dal tono sicuro e confidenziale, si è presentata come il nipote, affermando di essere in difficoltà insieme al padre, cioè il figlio della vittima. L'uomo ha detto di trovarsi in quel momento presso un ufficio postale, dove era necessario pagare una somma urgente di 1.600 euro per una pratica importante. Il truffatore ha aggiunto che a breve sarebbe passato un corriere a ritirare il denaro, invitando la donna a preparare la cifra in contanti.
La signora, disorientata e preoccupata, ha risposto di non avere quella somma in casa. La telefonata si è così interrotta bruscamente. Tuttavia, pochi istanti dopo, è stata nuovamente contattata, sia sul numero fisso che sul cellulare. Le chiamate si sono fatte incalzanti, i toni sempre più pressanti. I sedicenti familiari hanno iniziato a minacciare conseguenze legali per il nipote, sostenendo che, senza il pagamento richiesto, sarebbe stato denunciato. La paura, l’ansia e la convinzione di aiutare i propri cari hanno spinto la donna a fare il possibile per soddisfare le richieste del finto corriere.
Ha così raccolto alcune centinaia di euro in contanti e, non avendo altro, ha deciso di consegnare anche oggetti d’oro dal profondo valore affettivo: anelli, orecchini, piccoli ricordi di famiglia, e persino la fede nuziale, simbolo di una vita intera. Quando il truffatore si è presentato alla porta, la donna – convinta di stare aiutando realmente i suoi familiari – gli ha consegnato tutto, senza sospettare minimamente l’inganno.
Solo successivamente, quando ha contattato i veri familiari per sincerarsi della buona riuscita dell'operazione, ha compreso la terribile verità. Nessuno dei suoi cari si trovava all’ufficio postale, nessun corriere era stato inviato, e nessuna somma era richiesta. Era stata truffata, privata non solo dei risparmi accumulati con fatica, ma anche degli oggetti più preziosi, legati ai ricordi di una vita. Il bottino stimato si aggira intorno ai 3.000 euro. Immediatamente la donna ha sporto denuncia alla Polizia, che ha avviato le indagini.
Le forze dell’ordine ricordano come la truffa del finto nipote sia una delle tecniche più utilizzate dai criminali per colpire le persone anziane. Si basa su un copione ben rodato: la finta emergenza, la richiesta urgente di denaro, il coinvolgimento di presunti familiari, l’arrivo di un corriere o emissario che ritira quanto ottenuto con l’inganno. I truffatori sono spesso ben organizzati, si presentano con modi gentili, parlano in dialetto locale per ispirare fiducia e confondere la vittima, e sanno adattare il racconto in base alle reazioni dell’interlocutore.
Purtroppo, nonostante gli avvertimenti, in molti casi le vittime si rendono conto della truffa solo dopo aver subito il danno. L'elemento più doloroso, oltre alla perdita materiale, è il senso di colpa e di vergogna che accompagna l'esperienza. In questo senso, è fondamentale non lasciare sole le persone anziane e vulnerabili: familiari, vicini e servizi sociali devono collaborare affinché chi vive da solo non si trovi esposto a simili rischi. È importante parlare spesso con i propri cari più fragili, informarli sui pericoli, spiegare che nessun familiare in difficoltà chiederà mai denaro per telefono, e che in caso di dubbio devono contattare direttamente un parente di fiducia o chiamare il 112.
Il caso della signora truffata a Napoli non è purtroppo isolato. Negli ultimi mesi sono stati numerosi gli episodi simili denunciati in tutta Italia, con una concentrazione preoccupante nelle grandi città. Le autorità stanno lavorando per identificare le bande responsabili, ma la prevenzione rimane l’arma più efficace. La Polizia invita chiunque riceva chiamate sospette a non aprire la porta a sconosciuti, non consegnare mai denaro o oggetti di valore, e soprattutto a segnalare immediatamente qualsiasi episodio anomalo.
La vicenda accaduta in via Duomo è un triste monito: la criminalità non ha scrupoli e sa approfittare delle debolezze delle persone. Raccontare questi episodi è importante non solo per dare voce alle vittime, ma anche per aiutare a prevenire nuovi casi. La speranza è che, grazie alla denuncia e all’attenzione mediatica, si possa fare luce su questi reati e impedire che altri anziani finiscano nella rete degli inganni. La memoria di ciò che è accaduto non deve essere dimenticata, ma trasformata in consapevolezza collettiva, per proteggere chi è più fragile e costruire una comunità più attenta e solidale.