A Scampia, si è registrato un nuovo intervento della Polizia di Stato contro lo spaccio di droga. Un uomo di 44 anni, originario del casertano, è stato arrestato in via Roma verso Scampia, sorpreso mentre cedeva sostanze stupefacenti in cambio di denaro. Gli agenti, impegnati in attività di controllo sul territorio, hanno notato la scena e sono intervenuti prontamente per fermare l’illecito. Alla vista della volante, l’uomo ha tentato la fuga, ma è stato bloccato dopo pochi metri.
Nelle sue tasche sono stati trovati marijuana, cobret — un derivato dell’eroina tristemente noto tra le periferie più degradate — e crack, una delle droghe più distruttive in circolazione. Con sé aveva anche una banconota da 10 euro, chiaro segnale dell’attività di spaccio in corso. Le sostanze sono state sequestrate, mentre per l’uomo sono scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio.
Questo episodio, uno dei tanti che purtroppo si susseguono a cadenza regolare, dimostra come Scampia sia ancora attraversata da tensioni profonde. Qui il tessuto sociale fatica a ricomporsi, stretto tra la povertà, la mancanza di opportunità e la presenza continua della criminalità. Tuttavia, la presenza delle forze dell’ordine è un segnale importante: lo Stato c’è, e continua a vigilare, anche dove spesso sembra essersi ritirato.
Scampia non è solo teatro di degrado e spaccio, ma è anche un quartiere che resiste, che vuole vivere diversamente. I cittadini onesti che lo abitano meritano attenzione, ascolto e soluzioni concrete. È per loro — e non solo contro chi delinque — che servono politiche di inclusione, cultura, scuola e lavoro.
In un luogo dove a ogni angolo si può inciampare in un bivio tra legalità e illegalità, ogni arresto non è solo repressione, ma anche speranza. Speranza che da queste strade possa nascere altro. Che da ogni intervento possa germogliare un’occasione per cambiare le cose, anche un passo alla volta.