Nella notte tra sabato e domenica, i Quartieri Spagnoli sono tornati al centro delle cronache per una stesa in via Nardones, a due passi dalla vivace via Toledo. Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi tra i palazzi di uno dei quartieri simbolo di Napoli. Nessun ferito, nessun danno evidente, ma un segnale chiaro: qualcuno ha voluto farsi sentire. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Quartieri Spagnoli e gli uomini del Nucleo Operativo di Napoli Centro. Durante i rilievi è stato rinvenuto un bossolo calibro 7,65, ora al vaglio degli investigatori. Le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona potrebbero fornire elementi utili a fare chiarezza sull’accaduto.
In questi mesi l’aria nei Quartieri Spagnoli si è fatta più tesa. Il boom turistico ha trasformato la zona in una delle più ambite della città, ma dietro le insegne dei bed and breakfast e i tavolini dei bar c’è una guerra silenziosa per il controllo del territorio. Fino a poco tempo fa, la zona era sotto il dominio del clan Saltalamacchia-Esposito-Masiello, che traeva profitto principalmente dal traffico di stupefacenti. I blitz delle forze dell’ordine hanno messo in ginocchio la cosca, decimando le figure di vertice e lasciando un vuoto che ora altri cercano di colmare.
Secondo quanto trapela dagli ambienti investigativi, il sostegno dei Mazzarella, storici alleati dei Saltalamacchia-Esposito-Masiello, si sarebbe indebolito. E in passato si è parlato anche di un possibile interessamento del clan Di Lauro, ma la pressione costante delle forze dell’ordine ha impedito che prendessero piede nuovi affari criminali in centro città. Tuttavia, oggi gli occhi sono puntati sull’Alleanza di Secondigliano, che comprende i clan Contini, Licciardi e Mallardo. Un blocco di potere che da anni gestisce gran parte delle attività criminali della periferia Nord e dell’hinterland napoletano. Fonti riservate ipotizzano che possa essere stata proprio l’Alleanza a inviare un messaggio ai superstiti del vecchio clan dei Quartieri, come premessa a una possibile conquista.
In via Nardones non si è sparato per errore. La stesa, in certi contesti, è un linguaggio. È una comunicazione brutale che serve a chiarire ruoli e gerarchie. Se davvero dietro questi colpi c’è l’ombra dell’Alleanza di Secondigliano, allora siamo di fronte a una strategia chiara: espandere la propria influenza anche nel cuore pulsante di Napoli, approfittando della disgregazione delle famiglie storiche. Uno scenario che ricorda, per logica e per tensione, altre fasi critiche vissute dalla città. La differenza, oggi, è che il centro non è più solo un quartiere popolare: è diventato vetrina della Napoli “che ce l’ha fatta”, della Napoli che accoglie, della Napoli che si vende al mondo. E proprio per questo fa gola.
Intanto, le indagini proseguono e la presenza dello Stato si rafforza. Ma resta una domanda che a Secondigliano ci poniamo spesso: quanto durerà la tregua apparente prima che qualcuno decida di affermare la propria forza nel sangue? I Quartieri Spagnoli, come tanti altri angoli di Napoli, meritano pace e sviluppo reale, non solo cartoline per i turisti. La vera sicurezza, quella profonda, si costruisce garantendo opportunità, dignità e giustizia. Lo abbiamo visto anche nel nostro quartiere, dove la criminalità prospera nei vuoti lasciati dalle istituzioni. Napoli, tutta Napoli, ha bisogno di continuità nello sforzo di liberazione. E chi vive e racconta questa città, ogni giorno, ha il dovere di non girare lo sguardo.