Da alcune ore, il cielo di Napoli e della Campania è avvolto da una densa nube di polvere proveniente dal deserto del Sahara, un fenomeno atmosferico affascinante quanto ricorrente, che trasforma il panorama urbano con tonalità insolite e deposita un sottile strato rossastro su auto, balconi e strade. La massa di sabbia è ben visibile anche dai satelliti e, come annunciato dalle previsioni meteo, ha raggiunto il Sud Italia a partire da venerdì 21 marzo, intensificandosi nel corso del weekend del 22 e 23 marzo. L'incontro tra questa nube di pulviscolo e una perturbazione atlantica ha generato un cielo lattiginoso e una qualità dell'aria compromessa, con livelli di polveri sottili (PM10 e PM2.5) superiori alla media. Gli esperti prevedono un graduale miglioramento della situazione nei prossimi giorni, con un progressivo diradamento della sabbia fino a venerdì 28 marzo, ma nel frattempo la città si ritrova immersa in un'atmosfera quasi surreale.
Non è la prima volta che Napoli sperimenta un fenomeno simile. La sabbia sahariana raggiunge il Mediterraneo diverse volte l’anno, sospinta dai venti di scirocco, e può generare effetti spettacolari, soprattutto all’alba e al tramonto, quando la luce del sole interagisce con le particelle sospese nell’aria, tingendo il cielo di sfumature giallo-ocra, arancioni e persino rossastre. Questo spettacolo cromatico, sebbene suggestivo, porta con sé anche alcuni disagi: la polvere si deposita ovunque, rendendo necessarie pulizie straordinarie per chi ha l'auto parcheggiata all’aperto o stende i panni sul balcone, mentre chi soffre di problemi respiratori deve prestare maggiore attenzione all’aumento delle polveri sottili. Le autorità sanitarie consigliano di evitare prolungate esposizioni all’aria aperta, soprattutto per chi ha asma o altre patologie respiratorie, e di limitare l’attività fisica intensa nelle giornate con concentrazioni più elevate di particolato.
Il deserto del Sahara, il più grande deserto caldo del mondo, è una delle principali fonti di polveri atmosferiche a livello globale. Le tempeste di sabbia sollevano ogni anno milioni di tonnellate di particelle, che viaggiano per migliaia di chilometri, attraversando il Mediterraneo e raggiungendo spesso l'Europa meridionale. Queste polveri non solo alterano il paesaggio e la qualità dell'aria, ma hanno anche un ruolo ecologico importante: ricche di minerali come ferro e fosforo, possono fertilizzare i suoli e gli oceani, stimolando la crescita del fitoplancton e influenzando la biodiversità marina. Alcuni studi suggeriscono che la polvere sahariana contribuisca persino a nutrire la foresta amazzonica, dimostrando quanto il nostro pianeta sia interconnesso.
Le immagini satellitari mostrano chiaramente l’estensione della nube di sabbia che ha raggiunto l’Italia, interessando non solo la Campania ma anche altre regioni del Centro-Sud. In questi giorni, diverse città si sono svegliate sotto cieli insolitamente giallastri, con l’aria densa di particelle sospese. Questo fenomeno diventa ancora più evidente in presenza di pioggia, che interagisce con la sabbia creando la cosiddetta “pioggia rossa” o “pioggia di sangue”, un evento ben noto ai napoletani e a molti abitanti del Mediterraneo. Quando la pioggia cade su superfici esposte, lascia depositi rossastri difficili da rimuovere, rendendo necessaria una pulizia accurata di auto, terrazzi e finestre.
Dal punto di vista meteorologico, il trasporto di polveri dal Sahara è un fenomeno che si verifica con maggiore frequenza nei mesi primaverili ed estivi, quando le correnti meridionali diventano più intense. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservato un aumento della frequenza e dell’intensità di questi eventi, un dato che alcuni climatologi collegano ai cambiamenti climatici e alla crescente desertificazione del Sahara. Le tempeste di sabbia stanno diventando più violente e il materiale sollevato in atmosfera si sposta con maggiore facilità verso il Mediterraneo e l’Europa. Sebbene il fenomeno non sia direttamente legato al riscaldamento globale, è un segnale delle trasformazioni in atto nel sistema climatico e degli effetti delle variazioni atmosferiche su scala globale.
Napoli, come altre città del Sud Italia, dovrà abituarsi a convivere sempre più spesso con il pulviscolo sahariano. Anche se i cieli giallastri e le piogge di sabbia possono sembrare un’anomalia, in realtà fanno parte di un ciclo naturale che esiste da millenni. La sabbia del Sahara ha viaggiato per secoli, influenzando non solo l’ambiente ma anche la cultura popolare, con racconti e leggende che parlano di cieli colorati e piogge misteriose. Oggi, grazie alla tecnologia satellitare e ai modelli previsionali avanzati, possiamo monitorare con precisione questi eventi e prevedere il loro impatto sulle nostre città. Nei prossimi giorni, il cielo di Napoli tornerà alla sua solita tonalità azzurra, ma per il momento la città si gode questo scenario insolito, consapevole di essere parte di un fenomeno globale che collega il Mediterraneo alle dune dorate del Sahara.
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