Il 12 ottobre 2008 rimarrà per sempre una data impressa nella memoria della Chiesa di Napoli e di Secondigliano. Quel giorno, in una piazza San Pietro gremita di fedeli, si tenne la solenne cerimonia di canonizzazione di Padre Gaetano Errico, fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori. L'evento, presieduto da Papa Benedetto XVI, rappresentò un momento di grande gioia e riflessione per la comunità religiosa e per tutti coloro che avevano seguito l'opera di questo umile sacerdote napoletano, noto con il nome affettuoso di 'O Superiore.
Foto Periferiamonews |
Padre Gaetano Errico, nato a Secondigliano nel 1791, dedicò la sua vita a Dio e alla sua gente. Sin da giovane, si distinse per la sua devozione e il desiderio di portare conforto ai più bisognosi, non solo con le parole, ma anche con le opere concrete. La sua missione trovò piena realizzazione nella fondazione della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, un ordine impegnato nel sostegno spirituale e materiale delle comunità più povere. Attraverso confessioni, missioni popolari e opere di carità, Padre Errico divenne un punto di riferimento per i fedeli, non solo a Napoli, ma in tutta Italia.
La canonizzazione rappresentò il riconoscimento ufficiale della santità di un uomo che, con umiltà e dedizione, aveva vissuto e predicato l'amore di Dio. Papa Benedetto XVI, durante l'omelia, sottolineò come la vita di Padre Gaetano fosse un esempio di carità instancabile e di fede profonda. Nonostante le difficoltà, Errico non smise mai di credere nella bontà e nella misericordia divina, trasmettendo questi valori a chiunque incontrasse lungo il suo cammino.
In occasione del 16esimo anniversario della sua canonizzazione, lo scorso 12 ottobre, i Missionari dei Sacri Cuori hanno voluto rinnovare il ricordo del loro fondatore con una marcia di fede. Per il decimo anno consecutivo, i fedeli si sono riuniti nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano a Secondigliano, punto di partenza di un percorso di preghiera e riflessione che li ha condotti fino al Duomo di Napoli. Un itinerario carico di significato, che ha ripercorso simbolicamente le strade che Padre Errico calpestava ogni giorno per recarsi ai suoi studi teologici e per svolgere la sua opera pastorale.
Lungo il cammino, i canti e le preghiere hanno risuonato tra le vie di Napoli, come un eco della fede che Padre Gaetano aveva infuso nei suoi discepoli. La marcia, guidata dai Missionari dei Sacri Cuori, non è stata solo un momento di celebrazione, ma anche un'occasione per riflettere sul ruolo della Chiesa oggi, alla luce degli insegnamenti di un santo che fece dell'umiltà e del servizio i suoi capisaldi.
A conclusione della marcia, i fedeli si sono raccolti in preghiera sul sagrato del Duomo, partecipando alla celebrazione della Santa Messa presieduta da Padre Luigi Toscano. L'omelia ha ricordato ancora una volta l'eredità spirituale di Padre Gaetano Errico, un'eredità che, a distanza di oltre un secolo dalla sua morte, continua a ispirare tanti nel cammino di fede, sia laici che religiosi. Il messaggio del santo napoletano è chiaro: l'amore verso il prossimo e la fiducia in Dio possono superare ogni difficoltà, trasformando anche le realtà più complesse in occasioni di crescita spirituale e di rinnovamento.
Padre Gaetano Errico rimane, dunque, un faro di fede e speranza, un esempio di come la semplicità e la dedizione possano diventare strumenti potenti per cambiare il mondo, a partire dalle piccole comunità locali. La sua vita, ricca di sacrifici ma anche di profonde gioie spirituali, è un invito a tutti noi a vivere con autenticità il Vangelo, mettendo l'amore per Dio e per gli altri al centro delle nostre azioni quotidiane.
Nel ricordo di quel 12 ottobre 2008, la figura di Padre Gaetano Errico continua a brillare luminosa nel cuore di Napoli e di Secondigliano, una città e un quartiere che lo hanno visto crescere e che oggi ne custodiscono gelosamente l'eredità. Una testimonianza di come, anche nelle difficoltà, la santità possa emergere e lasciare un segno indelebile nella storia e nelle anime di chi ha la fortuna di incontrarla.
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