Nel corso dell'anno scolastico 2023-2024, l'area metropolitana di Napoli ha registrato un dato preoccupante: ben 3.340 segnalazioni di mancata frequenza scolastica. Questo fenomeno, che continua a rappresentare una delle maggiori sfide per il sistema educativo e sociale della regione, ha visto un incremento significativo delle segnalazioni rispetto agli anni precedenti. Tra questi casi, il 21,7% (727 segnalazioni) è stato inoltrato all'autorità giudiziaria, a seguito del mancato rientro a scuola degli studenti nonostante gli ammonimenti dei sindaci.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha fornito un'analisi dettagliata di questa situazione durante un incontro che ha riunito rappresentanti delle istituzioni, tra cui il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Ettore Acerra, e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, Maria de Luzenberger. Il dibattito si è concentrato non solo sui numeri, ma anche sulle cause profonde e sulle possibili soluzioni al fenomeno della dispersione scolastica, che continua a minare il futuro di molti giovani nell'area metropolitana di Napoli.
Scampia è emersa come l'epicentro della crisi educativa. Le scuole secondarie di primo grado della zona hanno registrato un tasso di mancata ammissione del 4,33% a causa dell'assenteismo scolastico, un dato che raddoppia nelle scuole secondarie di secondo grado, dove la percentuale di dispersione scolastica raggiunge l'8,67%. Questi numeri non solo riflettono un allarmante distacco dal percorso educativo, ma evidenziano anche una profonda disconnessione sociale e culturale che richiede un intervento immediato.
Al di fuori di Napoli, altri comuni hanno riportato dati altrettanto preoccupanti. Afragola, ad esempio, ha registrato 287 segnalazioni di mancata frequenza, con 178 di queste che hanno richiesto l'intervento dell'autorità giudiziaria. Giugliano in Campania ha contato 121 segnalazioni, di cui 50 sono state trasmesse per azioni legali. Torre Annunziata, invece, ha mostrato un quadro particolarmente critico: tutte le 80 segnalazioni inviate dai dirigenti scolastici non hanno portato al rientro degli studenti, necessitando quindi di un intervento giudiziario.
In contrasto, comuni come Arzano e Casavatore hanno visto una risoluzione più efficace delle segnalazioni, con tutte le rispettive 27 e 34 segnalazioni risolte senza l’esigenza di un intervento dell’autorità giudiziaria. Questi risultati suggeriscono che, in alcune aree, le reti educative e sociali funzionano meglio, probabilmente grazie a una più stretta collaborazione tra scuole, famiglie e servizi sociali.
Durante l'incontro, il prefetto Di Bari ha sottolineato come il Decreto Caivano abbia contribuito ad aumentare le segnalazioni e a rendere più efficace il sistema di intervento. Tuttavia, ha anche messo in evidenza la necessità di un ulteriore potenziamento della rete educativa e dei servizi sociali. Secondo il prefetto, l'aumento delle segnalazioni è un segnale positivo che indica una maggiore attenzione al problema, ma il lavoro da fare è ancora molto. "Se il dirigente scolastico segnala al sindaco la mancata frequenza e la famiglia fa poco," ha affermato il prefetto, "significa che lì dobbiamo potenziare la rete educativa anche per chi ha la responsabilità genitoriale."
In questo contesto, il ruolo dei servizi sociali diventa cruciale. Il prefetto ha infatti sottolineato come i Comuni debbano attrezzare meglio questi servizi, poiché essi sono essenziali per fornire il supporto necessario alle famiglie e agli studenti a rischio di abbandono scolastico.
La lotta contro la dispersione scolastica ha visto anche l'importante contributo delle comunità religiose locali. Durante l'incontro, don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, ha raccontato le difficoltà affrontate nella sua comunità, enfatizzando il valore della collaborazione con la prefettura di Napoli. "Noi siamo i parroci e prendiamo su di noi tutti i problemi che vengono dalle varie omissioni," ha dichiarato don Patriciello, sottolineando l'importanza di rompere i muri dei ghetti e di lavorare insieme per il bene comune.
Anche don Enzo Cozzolino della Caritas diocesana di Napoli ha espresso il suo sostegno, ricordando come la mafia tema una scuola e una parrocchia che funzionano. La sinergia tra la prefettura e le istituzioni religiose è stata descritta come un "dono per Napoli", un elemento fondamentale per affrontare non solo la dispersione scolastica, ma anche altre problematiche sociali legate al contesto scolastico, come il consumo di stupefacenti e la presenza di armi nelle scuole.
Il fenomeno della dispersione scolastica nell'area metropolitana di Napoli rappresenta una sfida complessa e multiforme, che richiede un approccio integrato e collaborativo tra istituzioni, scuole, servizi sociali e comunità locali. I dati presentati mostrano che, sebbene siano stati fatti passi avanti, c'è ancora molto lavoro da fare per garantire che tutti i giovani abbiano accesso a un'istruzione di qualità e che nessuno venga lasciato indietro.
Il prefetto Di Bari ha annunciato che i dati verranno monitorati attentamente e che, all'inizio di settembre, è previsto un nuovo incontro con l’Ufficio scolastico regionale per affrontare anche altre problematiche collegate, come il consumo di stupefacenti e l’ingresso di armi nelle scuole. Solo attraverso un impegno costante e una collaborazione attiva tra tutte le parti coinvolte sarà possibile invertire la rotta e garantire un futuro migliore alle nuove generazioni di Napoli.